La ricercatrice bresciana Silvia Favero ha vinto il Premio Marie Curie

Ridurre l’impatto ambientale di processi complessi come l’estrazione del petrolio ricorrendo all’elettrochimica. Di questo si sta occupando a Barcellona, nel centro di ricerca Icn2 (Institut català de Nanociència i Nanotecnologia) la 28enne bresciana Silvia Favero, da poco insignita della prestigiosa borsa di studio post-dottorale offerta dall’Unione Europea e dedicata a Marie Curie, prima donna a ricevere un premio Nobel, quello per la Fisica, e l’unica a ottenerne anche un altro, per la Chimica.
Il progetto
«Per me questo riconoscimento esterno rispetto al mio percorso di studi è motivo di grande soddisfazione», racconta la ricercatrice diplomata al Copernico di Brescia e laureata con un «first class honour» (massimo dei voti nel sistema anglosassone) all’Imperial College di Londra dopo essere rientrata, ogni anno, nella «dean’s list», ossia la lista dei migliori dieci studenti del corso. Il progetto che le ha consentito di raggiungere questo traguardo riguarda «l’ossidazione del metano in metanolo, un processo chimico che solitamente avviene su larga scala con alto consumo di energia e importanti emissioni.
Lo studio – spiega la ricercatrice classe ’96 – replica il processo in modo elettrochimico riducendone l’impatto ambientale. Le applicazioni possono essere molteplici. Penso, ad esempio, alla riduzione delle emissioni di metano durante l’estrazione del petrolio. Ora in questo processo il metano viene bruciato: trasportarlo, in stato gassoso, sarebbe troppo oneroso. Se lo trasformassimo in metanolo (liquido) potremmo renderlo trasportabile e sfruttarlo». Nel suo futuro Silvia immagina di occuparsi, in maniera sempre più intensa, di ricerca in ambito universitario.
Nel frattempo la attende un appuntamento importante: «Sono stata selezionata per partecipare come young scientist a una prestigiosa conferenza annuale alla presenza di vincitori di premi Nobel per la Chimica. Questa conferenza, la Lindau Nobel Laureate Meeting, viene organizzata per mettere in contatto giovani ricercatori da tutto il mondo, selezionati per talento ed eccellenza scientifica». A fine mese volerà, quindi, in Germania.
I riconoscimenti
Recentemente la ricercatrice – che tra l’altro pratica molti sport acrobatici come tessuti aerei e acroyoga – è stata anche insignita del «Women talent post-doctoral grant» all’interno del suo centro di ricerca. Ai tempi dell’Università ha ricevuto borse di studio dalla fondazione Michelangelo Gaia, dal Swiss-European mobility programme e dall’Epfl per uno scambio a Losanna in Svizzera, e dall’Imperial College per un progetto di ricerca.
All’elenco si aggiunge anche «il premio Ken Weale, per essere la studentessa più meritevole dell’anno ad aver fatto uno scambio universitario in lingua straniera, e la borsa di studio Bansal per essere la studentessa con il voto più alto della classe a fare un dottorato». Nel 2019, ha iniziato, infatti, un dottorato all’Imperial College London, che ha concluso nel 2023, con una tesi sull’elettroriduzione dell’ossigeno, che ha ricevuto il «Townend prize». E ancora: nel 2024 ha ricevuto una borsa di studio della Royal Society of Chemistry, per un progetto di ricerca a Osaka.
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