Cronaca

Referendum, la mappa dei «no» al quesito sulla cittadinanza

La geografia del voto bresciano mostra come nelle valli e in pianura sia più alta la percentuale di contrari
La scheda gialla è quella con il quesito sulla cittadinanza - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
La scheda gialla è quella con il quesito sulla cittadinanza - Foto Marco Ortogni Neg © www.giornaledibrescia.it
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Anche provando a muoversi su prospettive diverse, decifrare la geografia dei «no» al quesito referendario sulla cittadinanza è esercizio tutt’altro che semplice.

Il dato di partenza è che nella nostra provincia hanno ritirato la scheda gialla 252.354 bresciani, per un’affluenza del 26,60% (qui il nostro portale con tutti i risultati), sostanzialmente in linea con la partecipazione al voto per gli altri quattro quesiti. Se però sul tema lavoro la percentuale di contrari è rimasta in media tra il 14 e il 16%, per quel che riguarda la modifica delle regole sull’ottenimento della cittadinanza ha sfiorato il 38%. Un risultato il linea con quello lombardo, ma leggermente più alto di quello nazionale, che non ha toccato il 35%.

Minimi e massimi

Entrando nel dettaglio dei Comuni, le variazioni tra un territorio e l’altro sono considerevoli: si va dal valore minimo di San Felice del Benaco (28,89%) al picco di Capovalle (70,59%) passando per il 30,31% registrato in città. La mappa mostra come, in linea di massima, le percentuali più basse siano concentrate nella fascia che va dalla Franciacorta all’Alto Garda, in continuità, mentre nella valli e in pianura aumenta il fronte del no.

Fronte del no che in tredici Comuni ha anche superato il 50%: oltre a Capovalle, è accaduto anche a Cimbergo, Valvestino, Incudine, Collio, Marmentino, Comezzano-Cizzago, Sabbio Chiese, Vezza d’Oglio, Berzo Inferiore, Paspardo, Corzano e Urago d’Oglio.

Analizzando il rapporto tra risultati e partecipazione al voto, si nota come dove l’affluenza è stata più alta – anche se la soglia del 50% non è stata raggiunta in alcun paese bresciano – la percentuale di contrari è stata più bassa.

Considerazioni, queste, che devono però tener conto dei bassi numeri raggiunti in questa tornata referendaria, dove anche una manciata di voti, in Comuni piccoli e con scarsa partecipazione, può modificare significativamente le percentuali finali.

Popolazione straniera

Nemmeno la distribuzione sul territorio della popolazione straniera residente aiuta a decifrare in maniera granitica le oscillazioni dei «no»: non esiste infatti una correlazione chiara tra la percentuale di residenti stranieri e l’esito finale del voto.

Resta significativa la discrepanza tra i no alla cittadinanza e i no ai quesiti sul lavoro: nel primo caso il valore più basso, il 28,89% registrato a San Felice, è comunque superiore rispetto al valore più alto di contrari nei quesiti riferiti al lavoro. Molti elettori, dunque, sono andati alle urne con la chiara intenzione di sostenere i primi quattro quesiti e di votare no per il quinto che riguarda invece i diritti civile e sul quale, politicamente, si è registrata nella settimane maggior mobilitazione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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