Cronaca

Dal Reddito di Cittadinanza all'Assegno di Inclusione: le differenze

I requisiti economici restano pressoché gli stessi, tuttavia, l’Assegno di inclusione può essere richiesto da un gruppo più ristretto di cittadini
Si è ridotta la platea di chi riceve un sussidio
Si è ridotta la platea di chi riceve un sussidio
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Dal primo gennaio 2024 è stato dato l’addio al Reddito di Cittadinanza, la misura simbolo del governo gialloverde totalmente sostituita dall’Assegno di inclusione, il nuovo sussidio nazionale a sostegno della povertà e dell’inclusione sociale e lavorativa nato col Decreto primo Maggio, convertito in legge il 3 luglio del 2023.
I requisiti economici restano pressoché gli stessi, tuttavia, l’Assegno di inclusione può essere richiesto da un gruppo più ristretto di cittadini. Restano fuori dalla platea di possibili fruitori i cosiddetti «occupabili», ovvero persone in grado di lavorare.

Per loro esiste un’altra misura dedicata alle persone tra i 18 ei 59 anni di età che sono in una condizione di povertà assoluta, ma possono ancora inserirsi nel mercato del lavoro, anche attraverso percorsi di riqualificazione professionale.

Il Reddito di cittadinanza e l’Assegno di inclusione hanno una durata uguale, pari a 18 mesi. Tuttavia, il rinnovo è meno duraturo per l’Assegno di inclusione, che è pari a 12 mesi. Diverso anche l’importo: l’RdC poteva arrivare anche a 780 euro, più eventuali altri 280 euro come sostegno per pagare l’affitto di casa. Con l’Adi si arriva a 500 euro massimi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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