Premio per la pace e Village People: show a casa Trump

Infantino onora l'amico Donald che ricorda come da bambino vide giocare Pelè. Sul palco i suoi artisti preferiti da Bocelli ai Village People
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Il suo artista preferito, Andrea Bocelli, la sua band preferita, i Village People, e la sua canzone preferita, «Ymca». Perfino l'evento più universale del mondo, il sorteggio per i Mondiali 2026, Donald Trump lo riesce a trasformare nel suo palcoscenico. E durante la cerimonia al Kennedy Center di Washington, il presidente americano è stato perfino insignito dal suo caro amico Gianni Infantino del premio Fifa per la pace, con tanto di medaglia d'oro al collo e trofeo simil Coppa del mondo.

Una sorta di premio di consolazione per i tycoon che quest'anno non è riuscito ad ottenere l'ambito Nobel. Seduto sul palco d'onore al fianco di Melania e l'onnipresente presidente della Fifa, The Donald ha assistito alla lunghissima cerimonia dall'inizio alla fine.

Aperta con le note di «Nessun dorma» interpretate da Bocelli, che poi la sera stessa si è esibito alla Casa Bianca per un concerto più intimo, e finita con l'iconica «Ymca», l'inno della campagna elettorale di Trump e da allora chiusura di ogni suo evento con l'immancabile balletto a tempo. Nel mezzo, le esibizioni di Nicole Scherzinger e Robbie Williams, i siparietti dei presentatori Heidi Klum e Kevin Hart, e la performance da mattatore di Infantino che scherzato, in almeno quattro lingue diverse, scattato selfie con Trump e esortato il pubblico ad applaudire.

Per i Mondiali «abbiamo stabilito un record di vendite di biglietti, anche molto prima dell'evento. Stiamo lavorando con il Canada e con il Messico, è stato davvero spettacolare finora», ha dichiarato il presidente americano parlando con i giornalisti sul tappeto rosso prima di entrare in sala.

Poi, sul palco con la presidente messicana Claudia Sheinbaum e il premier canadese Mark Carney li ha ringraziati per «la cooperazione eccezionale».

Con i due Paesi in questi mesi gli Stati Uniti hanno non soltanto organizzato la prossima Coppa del mondo di calcio ma discusso di dazi, immigrazione e lotta alla droga, hanno rotto e poi ricucito e adesso si avviano ad ospitare insieme l'attesa competizione. Trump, che notoriamente non è un fan del pallone al contrario del suo figlio più piccolo Barron, ha ricordato che da bambino ha visto giocare Pelè, «uno dei migliori», suscitando l'applauso della sala.

Ma il momento più emozionante per il presidente americano è stato la consegna del premio Fifa per la pace «per le sue azioni eccezionali e straordinarie nel promuovere la pace nel mondo». «È uno dei più grandi onori della mia vita», ha detto ricevendo la coppa dalle mani di Infantino rivendicando, senza falsa modestia, che «ora il mondo è un luogo più sicuro». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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