Ponte della tangenziale Sud: così si pesano i tir e si misura lo stress

Brescia fa scuola con un progetto innovativo che combina la misura del peso dei veicoli e il loro effetto a livello strutturale. La spiegazione del prof. Fausto Minelli, docente di Tecnica delle costruzioni
La posa delle pese all'interno del manto stradale - © www.giornaledibrescia.it
La posa delle pese all'interno del manto stradale - © www.giornaledibrescia.it
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 «Questo è uno dei pochissimi esempi in Italia e uno dei pochi a livello internazionale che combina la misura del peso dei veicoli col loro effetto a livello strutturale, contemporaneamente»: così il prof. Fausto Minelli, docente di Tecnica delle costruzioni dell’Università di Brescia, spiega l’unicità del progetto di studio sul ponte della tangenziale Sud che passa sopra via delle Bettole. Partito da pochi mesi ha già prodotto alcune evidenze: «Su quel tratto c’è un traffico pesante molto importante, spesso alcuni mezzi viaggiano con peso oltre il consentito. E questo deve fare pensare perché crea maggiore usura. Dal punto di vista del monitoraggio ambientale, poi, il ponte sembra reggere bene. Ma serve più tempo, almeno un anno».

Il progetto

Tutto parte da un finanziamento del Pnrr al Most, il Centro nazionale per la mobilità sostenibile che ha molti partner tra i quali l’Università di Brescia. «L’ateneo si è visto sovvenzionare il progetto per monitorare in maniera smart il ponte della tangenziale sud - spiega Minelli -. Sono stati installati sensori interattivi per verificare in tempo reale come il ponte si comporta soprattutto in caso di trasporti eccezionali, che a Brescia sono molto frequenti. Si misurano deformazioni, abbassamenti o rotazioni. Poi sono state installate due pese dinamiche che misurano il peso di tutti i mezzi che vi passano».

Lo studio sul ponte della tangenziale Sud - © www.giornaledibrescia.it
Lo studio sul ponte della tangenziale Sud - © www.giornaledibrescia.it

Questi due dati vengono messi in relazione per definire soglie di rischio in anticipo in modo tale che il gestore, in questo caso la Provincia, ma il modello è replicabile ovunque, possa istituire limitazioni di carico o chiudere il ponte. Questo è un caso-studio per rendere la proceduta generale.

Il sistema è stato collaudato ad inizio 2025: «Già a novembre 2024 è stata fatta una prova di carico per testare i sensori, che parzialmente funzionavano. Il tempo di sistemare e si è partiti».

Un lavoro che non coinvolge solo Minelli, ma anche il gruppo di Tecnica delle costruzioni, di trasporti, di telecomunicazioni, di statistica e di ricerca operativa in tre dipartimenti (Dicatam, Dem e Dii) di UniBs perché questo caso-studio coinvolge non solo la sicurezza strutturale, ma anche la sicurezza stradale: «Si vogliono definire indici di rischio che possano essere utili al gestore sia in funzione dell’intensità del traffico che dei pesi e del danneggiamento che possono creare ai ponti».

Se qualcuno percorre quel tratto di tangenziale ogni giorno riuscirà a collocare nel tempo quando sono stati installati i sensori: «Le pese dinamiche - aggiunge il docente - vengono installate tra struttura e asfalto quindi è stato necessario chiudere parzialmente, di notte, le corsie interessate. Le pese sono due, una per senso di marcia, installate sulla corsia dei mezzi pesanti. I sensori in fibra ottica che monitorano il ponte, invece, sono stati montati da via delle Bettole, sotto il ponte. Anche qui è stata necessaria la chiusura della strada comunale». Si è scelto questo tipo di sensore perché è meno sensibile alle intemperie.

Le ricadute

Questo studio di monitoraggio innovativo andrà avanti qualche anno, dato il finanziamento, la sensoristica installata e, aspetto non secondario, l’interesse di alcuni partner industriali. Il resto, e possibili ampliamenti ad altri viadotti, dipenderà da altri finanziamenti.

«Sarebbe bello estendere il progetto ai percorsi principali dei mezzi eccezionali: la Provincia ha individuato cinque percorsi principali dove viaggiano i mezzi e monitorare alcuni di questi ponti aumenterebbe la sicurezza e aiuterebbe nella gestione più attenta del traffico in condizione di eccezionalità che è un tema forte per Brescia e che sta prendendo piede anche a livello internazionale».

Questo studio sta destando curiosità anche all’estero: «È stato portato in convegni nazionali ed internazionali».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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