A Pian Camuno l’addio a Manuel Leti, scortato dai clacson dei motorini

Manuel ha perso la vita, a sedici anni, in sella alla sua moto. E proprio così, ieri, i suoi amici di Pian Camuno, quelli che condividevano con lui pomeriggi e serate di svago, lo hanno voluto accompagnare nel suo ultimo pezzetto di vita su questa terra, guidando i motorini e suonando il clacson.
Una decina di giovanissimi, dopo il funerale nella chiesa della Beata, hanno inforcato le loro due ruote e hanno aperto il corteo verso il cimitero, affiancando la bara portata a spalle dai famigliari di Manuel Leti e avvolta nella bandiera albanese (la famiglia è infatti originaria di Tirana).
Il dolore
Sono gli ultimi istanti della tragedia che si è consumata sabato pomeriggio ad Artogne, paese dove la famiglia Leti si era trasferita da poco dalla Beata, dove il sedicenne era cresciuto. La piccola chiesa della frazione si è riempita in fretta, degli amici e compagni di scuola del Cfp di Darfo, tutti con una maglietta bianca, dei famigliari e della numerosa comunità albanese della bassa Valcamonica, tutti invece vestiti di nero, e delle comunità di Artogne e Pian Camuno, rappresentate dai sindaci Barbara Bonicelli e Giorgio Ramazzini. A strappare il cuore, il dolore disperato della mamma di Manuel, Elisabeta, che ha continuato a chiamare il figlio urlando e, all’ingresso della chiesa, ripetendo che il ragazzo «sarebbe dovuto entrare in quel luogo per sposarsi», non per il funerale.
La funzione
La cerimonia, sobria e commovente, con decine di giovanissimi in lacrime, molti con in mano dei fiori, è stata celebrata dal parroco don Simone Caricari, che ha ricordato Manuel ai tempi dell’oratorio e della squadra di calcio e ha provato a dare un po’ di speranza. «Manuel amava le moto e il calcio, due cose belle della vita – ha detto –, ora che lui non c’è più vi dico che non tutto è perduto, perché Gesù ci dice di credere nella vita oltre la morte. Io so che qui qualcuno crede, qualcuno no e qualcuno bestemmia pure per quanto accaduto, ma c’è qualcosa che va oltre».
Ad accompagnare i compagni di Manuel c’era tutto il Cfp, il presidente Aristide Peli, il responsabile di Darfo Emanuele Contessi e gli insegnanti. Al cimitero, gli amici hanno lanciato palloncini bianchi al cielo e il nonno di Manuel ha sfilato la bandiera, posandola sulle spalle di un amico e affidandogli il compito di non dimenticarlo. Esattamente come faranno i suoi compagni di classe, che anche oggi, dopo averlo fatto ieri mattina, risponderanno in coro «presente» all’appello, quando sarà il turno di Manuel.
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