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Patenti truccate: due arrestati confessano tutto

Durante l’interrogatorio il suggeritore e il mediatore hanno ammesso di aver preso soldi per barare agli esami
Una patente di guida (simbolica)
Una patente di guida (simbolica)
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Fino a ieri c’era l’ipotesi della Procura, suffragata dagli elementi di riscontro raccolti in oltre un anno di indagine e dall’esito delle due tranches di perquisizioni, la scorsa estate e poi ancora giovedì scorso, che hanno portato a sequestrare complessivamente oltre due milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta sulle patenti di guida per mezzi pesanti truccate.

Da ieri c’è un altro, importante, elemento. Due delle quattro persone raggiunte da misura cautelare hanno ammesso le proprie responsabilità e davanti ai sostituti Alessio Bernardi e Marzia Aliatis hanno chiarito il proprio ruolo all’interno del gruppo costituito per far ottenere patenti e carte di qualificazione del conducente a soggetti che non ne avevano i requisiti e che superavano gli esami barando.

Nelle ore successive agli arresti era stato sentito il titolare della Nuova Verola, l’autoscuola di Verolanuova al centro dell’inchiesta, e ritenuto l’organizzatore di tutto il sistema. Jonathan Locatelli, che si trova in carcere, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Ieri invece è stato il turno di Antonio Governucci, 48enne napoletano che nell’organizzazione aveva il ruolo di suggeritore: era lui che, collegato ai candidati con microcamere ed auricolari, segnalava le risposte giuste da segnare nei quiz di teoria. Davanti ai magistrati ha ammesso il suo ruolo e risposto alle domande che gli venivano poste. Per lui il gip ha confermato gli arresti domiciliari.

Ascoltato anche Annibale Gavazzoni, 78enne di Orzinuovi che in passato era stato a sua volta titolare di una autoscuola e che aveva il ruolo di mediatore, mettendo candidati all’esame della patente e aziende da tutto il Nord Italia in contatto con Locatelli e le sue autoscuole e ottenendo in cambio una parte dei profitti: le patenti truccate infatti costavano da un minimo di 2mila euro per quella dell’automobile a cifre che potevano arrivare anche a 5mila euro per i documenti necessari a guidare autobus o autoarticolati.

Sentita anche Marianna Nervi, la dipendente dell’autoscuola che era stata raggiunta dalla misura dell’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. La donna ha dichiarato di non essere sempre presente e di non sapere tutto quello che accadeva. 

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