Paratico, acquedotto fragile: quasi 50 rotture negli ultimi 20 anni

L’acquedotto di Paratico è diventato un colabrodo. Il problema coinvolge in modo particolare il reticolo di tubi collocati nel sottosuolo di via del Mille, una strada strategica della parte di abitato che si trova in direzione Capriolo e porta in località Vanzago, sede del centro sportivo, più alta rispetto alla gran parte del paese e quindi maggiormente sottoposta alla pressione dell’acqua che circola.
In Consiglio
Del problema si è parlato anche qualche settimana fa in Consiglio comunale, quando il sindaco Carlo Tengattini ha spiegato che «la rete idrica è gestita dal 2004 da una società pubblica (oggi denominata Aob2). In questi vent’anni alcuni miglioramenti ci sono stati, tra i quali la separazione della linea di tubature collocata a una quota più alta da quella che si trova in basso, un investimento da cui si è ottenuta una riduzione della pressione e una maggior tutela degli impianti.
Nel complesso però – ha aggiunto – le criticità continuano a minare la rete idrica paraticese. In via dei Mille solo negli ultimi anni si sono contate quasi 50 rotture, in pratica si sistema oggi e si rompe già entro pochi giorni. Sappiamo che quella è la zona più complessa, per le portate e per la pressione, ma il tubo di ritorno alimenta tutto il paese e per Paratico sarebbe importantissimo avere una situazione finalmente stabile e affidabile.
Il Comune ha sollecitato il gestore dell’acquedotto più volte ma ottenere rapidità in questo genere di interventi non è per –niente facile. Per quanto si è potuto sapere – ha concluso Tengattini – Aob2 avrebbe programmato l’intervento tra il 2028 e il 2029». La soluzione quindi non sarebbe proprio dietro l’angolo.
Complicazioni
Va anche ricordato comunque che le settimane in cui saranno svolti i lavori per i paraticesi potrebbero non essere di semplice gestione, perché considerata l’importanza delle condotte e considerato che sarà necessario interrompere i flussi di acqua che alimentano una buona parte di case e aziende, l’abitato della zona più vicina al lago rimarrà senz’acqua, o bene che vada, sarà alimentato da quantità ridotte. La questione quindi è complessa, sia da tenere sotto controllo al momento presente, sia da affrontare e gestire quando sarà il momento del cantiere.
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