Gentiloni: «L’Europa si trasformi in potenza del bene»

L’ex primo ministro e commissario Ue oggi a Brescia con l’Associazione Centopiazza
Paolo Gentiloni © www.giornaledibrescia.it
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Paolo Gentiloni è stato indubbiamente una delle figure più rappresentative del centrosinistra italiano degli ultimi anni. Prima ministro degli Esteri, poi presidente del Consiglio ed infine Commissario europeo per gli Affari economici: l’ultimo decennio di Gentiloni è stato all’insegna dell’europeismo, non solo dichiarato ma anche praticato con una certa determinazione, ma sempre anche con grande mitezza.

Un approccio forse opposto a quello muscolare e leaderistico che ha caratterizzato la politica anche europea, ma che ricorda quell’idea una volta espressa dall’ex presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker che parlando dell’Unione europea disse che il soft power europeo non significava che l’Europa fosse naif.

L’ex premier oggi sarà a Brescia alle 18 all’auditorium Capretti all’Istituto Artigianelli (in via Piamarta 6) per un appuntamento organizzato dall’associazione culturale Centopiazze. Il tema dell’incontro è «Il futuro dell’Europa e il ruolo dell’Italia».

Dopo anni di crisi e con una nuova legislatura iniziata da un anno, come sta l’UE?

L’ordine mondiale in cui ci siamo riconosciuti per decenni è in discussione. Siamo entrati in un’età del caos. Questa nuova realtà per l’Unione europea rappresenta una sfida ma anche una grande opportunità per crescere e diventare una «potenza del bene». Per la pace, per preservare l’apertura al commercio, per difendere i nostri valori. Vedremo se la risposta sarà all’altezza di questa sfida.

L’ultimo voto europeo, ma anche molte elezioni nazionali, hanno segnato un’avanzata della destra. È un fenomeno passeggero o sta cambiando il volto dell’Europa?

È vero, le destre nazionaliste si sono rafforzate. Ma fanno fatica a trovare terreni comuni, al di là di quelli ideologici contro i migranti o la cultura delle diversità. Nel grande gioco della geopolitica e dell’economia-per esempio sui dazi- se le destre nazionaliste si allineano a Trump rischiano di tradire gli interessi nazionali.

A Bruxelles. Palazzo Berlaymont è la sede della Commissione europea
A Bruxelles. Palazzo Berlaymont è la sede della Commissione europea

Il governo Meloni cerca legittimazione a Bruxelles ma parla a un elettorato euroscettico. È un attore centrale o la sua posizione resta ambigua?

Fin qui la presidente del Consiglio ha mantenuto un allineamento con le posizioni europee, dalla politica commerciale all’Ucraina. Tuttavia, districarsi tra affinità ideologiche con Trump e tutela degli interessi europei ed italiani diventerà sempre più difficile. Più che costituire un ponte, il Governo si troverà di fronte a un bivio. Per svolgere il ruolo che spetta a un grande paese fondatore come il nostro bisogna scegliere l’Europa, anche in formati particolari come la coalizione dei volenterosi.

Il conflitto Ucraina si trascina senza sbocchi. L’Europa ha ancora un ruolo da giocare o rischia di restare ancillare agli accordi tra Usa e Russia?

L’Europa è stata e continua a essere decisiva nel sostegno all’Ucraina. Mi auguro che i contatti diplomatici avviati a Istanbul portino a qualche risultato, ma so che solo il sostegno europeo può rendere possibile una pace duratura in Ucraina.

Con Trump di nuovo alla Casa Bianca, i rapporti con gli USA sono più difficili. L’Europa può ancora contare su Washington?

A scuotere l’ordine mondiale sono proprio gli Stati Uniti, il Paese che l’aveva costruito e ne era stato il maggiore beneficiario. Di questa nuova realtà l’Europa deve prendere atto, aggrappandosi a quel che può restare in piedi delle relazioni transatlantiche ma anche costruendo la propria autonomia strategica. Senza chiudere gli occhi di fronte a quel che accade in America sul piano della democrazia e dell’equilibrio dei poteri.

Il presidente Donald Trump il giorno dell'annuncio dei dazi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it
Il presidente Donald Trump il giorno dell'annuncio dei dazi - Foto Ansa © www.giornaledibrescia.it

Come sta il centrosinistra in Europa? Al momento l’unico vero leader sembra lo spagnolo Pedro Sanchez.

I socialisti restano forza fondamentale in Europa, alla guida di paesi chiave come Spagna e Gran Bretagna. Vedremo in ottobre l’esito delle elezioni in Olanda. Certo, sono sfidati dalla destra nazionalista, anche nei tradizionali insediamenti tra i ceti popolari e nel mondo del lavoro. Ma non meno rilevante è la sfida dei nazionalismi ai partiti tradizionali conservatori ed europeisti. La collaborazione tra le famiglie politiche europeiste resta dunque cruciale, soprattutto nel Parlamento europeo, di fronte a un’offensiva che non mira più ad uscire dall’Ue, dopo il fallimento della Brexit, ma piuttosto a svuotare l’Unione dall’interno.

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