Palestra, spa e ristorante: il progetto per il «Rigamonti bis» entra in gioco

La partita vera che decreterà il destino dello stadio Rigamonti (e, a livello urbanistico, del quartiere di Mompiano) deve ancora giocarsi. Però, ora che la perizia di stima ha sciorinato numeri e potenzialità fissando il valore medio dell’impianto in 16,8 milioni di euro, il fischio d’inizio si avvicina.
Le strade che oggi si aprono sono due e sono completamente differenti (nell’iter e nei risvolti) esattamente come se fossimo di fronte a un derby. La prima «squadra» rappresenta la decisione (ancora non assunta) del Comune di vendere lo stadio attraverso un bando. La seconda squadra raffigura invece la possibilità, da parte di una società sportiva (con o senza l’accompagnamento di un operatore esterno), di presentare un progetto economicamente sostenibile in grado di accaparrarsi il timbro di «pubblico interesse» (sportivo e urbanistico) e, con esso, il diritto di prelazione. Entrambe le squadre hanno di fronte una possibilità. Ma una delle due (almeno sulla carta) è un passo più avanti dell’altra.
Lo studio
La Loggia inizia ora a scandagliare lo studio commissionato alla società Praxi, che ha condotto un sopralluogo al Rigamonti l’11 gennaio e che ha presentato un potenziale valore tra i 15,1 e i 18,4 milioni di euro (il delta è del 10% e il valore medio è appunto di 16,8 milioni). Ci sono però tre premesse d’obbligo.
La prima: quella cifra «ha sorpreso tutti» per citare le parole della sindaca Laura Castelletti, ieri in conferenza stampa con l’assessore allo Sport Alessandro Cantoni. «Questo - ha aggiunto - conferma che una valutazione servisse». Secondo punto (per nulla irrilevante): l’indagine considera gli interventi di miglioria e di ammodernamento realizzati dal Brescia Calcio come «parte integrante e inscindibile del valore medio dello stadio». Tradotto: il costo dei lavori effettuati e pagati dalla società (tra i 7 e i 9 milioni) non sono stati presi in esame né scorporati dal totale generale. Tanto è vero che la Loggia si riserva di «fare ulteriori verifiche e approfondimenti anche con gli uffici», perché «lo studio non entra nel merito degli aspetti legali del contratto» (non considera, ad esempio, che fino al 2028 l’unico utilizzatore sarà il Brescia Calcio, come sancito dalla concessione). Terzo punto: «Se ci sarà il bando, qualunque esso sia, il testo dovrà contenere il legame con la squadra della città».
Dietro le quinte
È vero quindi che il Brescia Calcio non sia potenzialmente l’unica società a potersi fare avanti (il nome della FeralpiSalò è balzato in mente a molti, anche in conferenza stampa). È però anche chiaro che un gettone in più lo ha in tasca e non solo perché ha la concessione fino al 2028 o perché - come ha specificato la sindaca - «il legame con la squadra della città» verrà tutelato. Ma anche e soprattutto perché la società guidata da Massimo Cellino sta già sondando il terreno rappresentato dall’opzione numero due: la possibilità, attraverso la legge stadi, di presentare un progetto da mettere a gara e che garantirebbe al Brescia un diritto di prelazione assai prezioso.
Al centro di questo scenario ci sono i 5.350 metri quadrati di edificabilità previsti all’interno del Piano di governo del territorio, diritti edificatori che potranno essere realizzati in fregio a via dello Stadio, tra le vie Novagani e Verginella (vale a dire nell’area della vecchia piscina e dei parcheggi vip). Il disegno non è in fase preliminare, anzi. Si sa, ad esempio, che non c’è alcuna intenzione di realizzare un centro commerciale: l’idea è semmai di puntare su una maxi-palestra di lusso che include anche un centro spa, oltre che un ristorante, un bar e uno spazio dedicato al merchandising.
Un progetto di questo tipo, accompagnato da uno schema che ne certifichi la sostenibilità economica, avrebbe un impatto rilevante sulla redditività del polo. Senza contare che aprirebbe lo stadio a utilizzi alternativi oltre le partite di calcio, ovvero concerti ed eventi, una potenzialità ad oggi «inespressa» (come evidenzia anche la perizia). Infine, dato non trascurabile per la Loggia, andrebbe a riqualificare una parte del quartiere.
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