Padre, madre e figlio picchiati da babygang, il sindaco di Marcheno annuncia più controlli

«La preoccupazione tra i cittadini è palpabile ed è importante che il Comune, insieme alle forze dell’ordine, faccia fronte a questa emergenza». A poco più di una settimana dall’aggressione della famiglia di Gardone Valtrompia per mano di un gruppo di giovani, arriva la presa di posizione del sindaco di Marcheno Diego Bertussi, primo cittadino del paese di residenza di alcuni componenti della baby gang violenta.
«Si tratta di un fenomeno purtroppo già noto – ha precisato Bertussi – e che le forze dell’ordine monitoravano già da prima che si verificasse questo episodio». Il riferimento è a quanto accaduto lo scorso 4 aprile con l’aggressione di gruppo subita da una famiglia (padre, madre e un figlio di 22 anni) da parte di una ventina di giovanissimi di Marcheno nel parco del paese.
Attirati nell’area verde con la promessa di restituzione di una cassa che il gruppo aveva precedentemente rubato al figlio più giovane, affetto da una grave disabilità, i malcapitati sono stati aggrediti con botte, una mazza da baseball e una bottiglia, con la quale è stato colpito il 22enne alla testa. «La vicenda ha generato un forte turbamento in paese, con la popolazione che non si sente sicura nemmeno di fare due passi fuori casa», ha detto il sindaco. Che annuncia l’incremento dei controlli.
Margini di manovra
«Stiamo provvedendo anche a una modifica del regolamento di Polizia urbana – ha spiegato Bertussi – per poter dare più margine di manovra alle autorità e introducendo eventualmente anche un ordine di allontanamento e un “daspo urbano”».
Il sindaco ha poi chiesto ai suoi concittadini una collaborazione. «Se notate qualcosa che non va – chiude il comunicato – segnalatelo a Polizia o carabinieri. È possibile anche prendere un appuntamento con il sindaco, che farà da tramite con le autorità».
Intanto continuano le indagini da parte dei carabinieri di Gardone Valtrompia, che mantengono massimo riserbo sul caso dell’aggressione alla famiglia: l’accaduto è avvenuto sotto le telecamere di sorveglianza del Comune, che hanno permesso già di riconoscere i primi volti e raccogliere i primi nomi.
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