Omicidio West Garda, dopo 28 anni chiesto l’ergastolo per Galletta

Il sostituto procuratore Francesco Carlo Milanesi ha chiesto, a 28 anni da fatti, la condanna all’ergastolo per Alessandro Galletta accusato di aver partecipato all’omicidio del gioielliere Carlo Mortilli avvenuto nel parcheggio del West Garda di Padenghe nel maggio del 1997.
Per la Procura la valutazione degli elementi di prova è lineare. La prova del Dna colloca Galletta sul posto e al riscontro scientifico si aggiunge il fatto che l imputato abitava in quella zona e aveva rapporti con le altre persone condannate per il fatto.
Capisco che sia umanamente difficile condannare una persone dopo 28 anni. Ma in questi anni la persone non ha dimostrato nessun senso critico verso i fatti, ha commesso altri reati per cui è stato condannato. Si è accomodato in un senso di impunità, non ha avuto neppure l intendimento di contribuire alla ricostruzione del fatto». Per Milanesi si è trattato di un omicidio commesso per garantirsi l’immunità dopo una rapina. «Condannare all’ergastolo dopo tanti anni non è facile ma è necessario».
La difesa
Sulla prova del Dna è tornata anche la difesa di Alessandro Galletta. L’avvocato Antonio Invidia con il collega Giovanni Chincarini ha spiegato di ritenere «pericoloso il fatto che si pronunci una sentenza di condanna per una prova che dalla scienza viene ritenuto altamente probabile, non certo. Per condannare servono certezze non calcoli probabilistici».
L’ultimo reato «Galletta lo ha commesso nel 2003, non paragonabile all’omicidio però, non ha commesso reati contro la persona e il patrimonio ma solo spaccio. E da quel periodo ha trovato la religione, lavora, si è sposato». Per la difesa «la nostra difficoltà è discutere di fatti ai quali Galletta non ha partecipato».
Entrando poi nel dettaglio delle prove gli avvocati hanno spiegato che «le due macchie che sarebbero provocate da naso e bocca sono a distanza di 15 centimetri. Impossibile. Non ci sono altre tracce ma una calza che comprime il viso avrebbe anche segni di sudore».
La calza venne trovata a 350 metri dal luogo dell’omicidio ma anche a 400 metri dal posto in cui all’epoca Galletta viveva e a 700 dalla discoteca dove faceva il buttafuori. Gli avvocati hanno parlato di «prove inconsistenti. Non siamo noi a dover dimostrare che quel giorno a quell’ora non eravamo in quel posto, non dovevamo fornire spiegazioni». Per tutti questi motivi hanno chiesto l assoluzione, Galletta deve essere valutato per quello che è oggi.
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