Cronaca

Omicidio Nuvolento, «Raffaella Ragnoli non ha disturbi di rilievo forense»

Per lo psichiatra e criminologo Giacomo Filippini nei mesi prima del delitto era «sottoposta a forte stress per la situazione con il marito e la gestione della suocera inferma»
Raffaella Ragnoli in aula a marzo - Foto © www.giornaledibrescia.it
Raffaella Ragnoli in aula a marzo - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dopo una serie di colloqui e di test il perito del tribunale, lo psichiatra Giacomo Filippini, ha chiarito di aver rilevato «l’assenza di disturbi di rilievo forense» in Raffella Ragnoli, la donna di 58 anni che a fine gennaio 2023 uccise a coltellate il marito Romano Fagoni nel loro appartamento di Nuvolento mentre, secondo la donna, stava minacciando il loro figlio di 15 anni.

Per lo psichiatra e criminologo, sentito questa mattina in udienza davanti alla Corte d Assise,
Raffella Ragnoli, nei mesi prima del delitto, era «sottoposta a forte stress per la situazione con il marito e la gestione della suocera inferma». Un clima in cui è emersa «una complessiva fragilità ma non una oggettiva infermità».

Sul tema delle reazioni avute dopo il delitto da Raffaella Ragnoli, emerse dalle registrazioni delle telefonate al numero di emergenza, il perito ha parlato di «una reazione di iperadattamento ad un evento catartico». Parlando del passato della donna poi il perito ha spiegato di non aver rilevato «un evento catastrofico che possa aver provocato un disturbo da stress post traumatico. Ci sono fattori psicotraumatici ma non scatenanti dello stress post traumatico».

La difesa

Una posizione condivisa anche dalla psicologa clinica Alice Natoli, consulente della difesa: «Non abbiamo ravvisato elementi di vizio totale o parziale di mente in Raffaella Ragnoli». Allo stesso modo, come già il perito del tribunale, la consulente della difesa ha posto l’accento «sul costante stress vissuto dalla donna, che dopo aver visto il marito puntarle un fucile quando aveva la prima figlia in braccio, 26 anni fa, ha sempre sentito di essere sotto costante minaccia e si é sempre controllata per non finire sotto comportamenti violenti».

Raffaella Ragnoli è una donna «che non sente e non racconta le proprie emozioni» e che «esprime solo un disagio somatico e non riconosce quello psicologico. Vive un comportamento psicopatologico che non riconosce la sofferenza: vuole salvare tutti anche se le fanno del male».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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