Nozza di Vestone, scuola dell’infanzia a rischio chiusura

A Vestone si accende il dibattito sul futuro della scuola dell’infanzia di Nozza. La decisione dell’Amministrazione di chiudere il plesso dall’anno scolastico 2026-2027 ha provocato una forte reazione da parte delle famiglie, che chiedono all’ente un passo indietro. Ma la Giunta difende la scelta come un atto necessario per garantire la sostenibilità del servizio. In controtendenza rispetto a quanto accade spesso altrove - dove sono le amministrazioni a opporsi ai tagli - in questo caso è proprio il Comune a proporre il dimensionamento.
Fusione
Una posizione maturata, secondo il sindaco Renè Verdelli, alla luce di numeri impietosi: negli ultimi anni su tutta Vestone gli iscritti alla scuola dell’infanzia sono dimezzati, passando da 160 a circa 80, con un’ulteriore flessione prevista già dal prossimo anno. «Non si tratta di chiudere una scuola, ma di razionalizzare il servizio per garantire efficienza, qualità e sostenibilità economica», spiega il primo cittadino.
A rafforzare la linea dell’Amministrazione, c’è anche un dato logistico difficilmente contestabile: tra il plesso di Vestone capoluogo e quello di Nozza ci sono meno di due chilometri. Una distanza minima, che renderebbe la fusione dei due servizi plausibile e - secondo il Comune - ragionevole. Razionalizzare, quindi, non significherebbe penalizzare l’utenza, ma concentrare risorse per migliorare l’offerta, anche attraverso il potenziamento dell’asilo nido ospitato nello stesso edificio di Nozza. Non la pensano così molte famiglie, che in una lettera firmata dalle rappresentanti di classe dei due plessi mettono in guardia sull’impatto educativo della chiusura.
Le ragioni del «no»
Si teme il sovraffollamento della scuola di Vestone, la perdita di spazi didattici e la difficoltà nel garantire percorsi personalizzati, soprattutto per gli alunni con disabilità. «Seppur normativamente sostenibile - si legge nella lettera - la fusione rischia di compromettere la qualità delle relazioni educative e l’efficacia dell’insegnamento». Anche il Consiglio d’Istituto ha espresso parere contrario, all’unanimità, sottolineando l’importanza di mantenere spazi dedicati a bambini con bisogni educativi speciali.
Il Comune, dal canto suo, rilancia: l’obiettivo è riqualificare la struttura di Nozza trasformandola in un polo nido d’eccellenza, in grado di rispondere alla crescente domanda di posti, con già undici bambini in lista d’attesa, anche da paesi limitrofi. In parallelo, si punta a recuperare l’adiacente palestra, dismessa da anni, creando un centro servizi per la popolazione. Il confronto resta aperto, ma appare evidente come questa volta non sia il campanilismo - pur mai sopito - a guidare il dibattito. Piuttosto, a giocarsi sul tavolo, è il difficile equilibrio tra razionalizzazione, qualità educativa e identità territoriale.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.