Cronaca

Nobel per la pace a Machado, i venezuelani bresciani: «È un segno di speranza»

Marco Papetti
Maria Avila Nacho, residente da 18 anni nella nostra provincia, commenta così l’assegnazione del riconoscimento alla leader dell’opposizione al regime di Maduro
La venezuelana Maria Avila Nacho - © www.giornaledibrescia.it
La venezuelana Maria Avila Nacho - © www.giornaledibrescia.it
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«Una grande gioia, è un giorno memorabile». Maria Avila Nacho, venezuelana residente da 18 anni nel Bresciano, commenta così l’assegnazione del premio Nobel per la pace a María Corina Machado, leader dell’opposizione al regime di Maduro. «Questo riconoscimento testimonia la validità e la necessità del suo impegno per la democrazia, i diritti umani e la giustizia sociale. Ha incarnato la speranza di un popolo che lotta per la libertà».

Come Nacho gioiscono gli altri venezuelani che vivono nel Bresciano: «Abbiamo un gruppo WhatsApp in cui siamo circa un centinaio, ma quando organizziamo le nostre feste ci ritroviamo anche in 150 - racconta Nacho -. Per noi che aspettiamo la libertà e la democrazia questo premio è una gioia: non perdiamo mai la speranza».

L’ombra della repressione ha toccato anche i venezuelani all’estero, che alle Presidenziali dello scorso anno sono stati messi in condizione di non riuscire a votare: «Il registro elettorale - sostiene Nacho - è rimasto aperto solo due settimane e si sono inventati nuovi requisiti». Il giudizio sul regime di Maduro è netto: «Il Venezuela è un paese sequestrato da un gruppo di delinquenti».

Tutti restano in contatto con parenti e amici rimasti nel Paese d’origine: «Le uniche notizie che si sentono in Venezuela sono quelle che la dittatura ammette - spiega Nacho -. Chi abita là chiede a noi aggiornamenti su cosa accade nel Paese». Maria in patria faceva la giornalista, ma il clima politico la spinse ad andarsene: «Ogni volta c’erano restrizioni su quello che si poteva raccontare. Mia mamma mi diceva sempre: se non te ne fossi andata oggi saresti in galera oppure morta».

A ottobre dello scorso anno Nacho era al Parlamento dell’Ue il giorno della consegna del premio Sacharov per la libertà di pensiero ai due leader dell’opposizione venezuelana Edmundo Gonzalez Urrutia e Maria Corina Machado. Il Nobel a quest’ultima è un barlume di speranza: «Il mondo manda un messaggio chiaro: la pace e la libertà possono vincere, anche dove sembrano messi all’angolo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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