Niardo, tre anni dopo l’alluvione il bando per risarcire i privati

Gli indennizzi regionali riguardano le spese sostenute per case e terreni: si stimano 12 milioni di euro
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Niardo, le domande per i ristori
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Dopo la «chiamata alla responsabilità» delle istituzioni da parte del sindaco Ivan Markus, a tre anni e due mesi dall’alluvione che spazzò via ferrovia e strade, distrusse case, attività commerciali aziende, qualcosa si muove a Niardo anche per i privati che hanno subito danni.

Iter

Da ieri si è finalmente sbloccata la procedura per la presentazione delle domande di contributo e la rendicontazione delle spese già sostenute da parte dei cittadini per i danni al patrimonio abitativo e ai beni mobili. Sul sito della Regione Lombardia è stato infatti aperto l’iter per gli indennizzi, che il Governo centrale riconosce a chi ha segnalato problemi nei territori di Niardo, Braone e Ceto.

Possono presentare la nuova domanda i cittadini e le associazioni senza scopo di lucro che hanno già presentato, nella fase di raccolta dei fabbisogni nei mesi successivi all’alluvione, l’apposito modulo di ricognizione danni, se la richiesta era però già stata ricompresa nell’elenco dei bisogni trasmesso al capo dipartimento di Protezione civile. I niardesi dovranno presentare la rendicontazione delle spese già sostenute per i danni alle loro case e terreni, pesantemente danneggiati da fango, massi enormi e acqua dovuti all’esondazione dei torrenti Re e Cobello. Una prima stima parlava di oltre dodici milioni di euro, cifra che potrebbe però ancora variare, ricavata dalle prime schede di raccolta dati delle settimane immediatamente seguenti all’alluvione di fine luglio 2023.

Modalità

I niardesi hanno tempo sino al prossimo 5 novembre per compilare i moduli, finalizzati alle attività di raccolta, integrazione e aggiornamento delle istruttorie per la ricognizione dei fabbisogni, per il successivo riparto e per l’assegnazione delle risorse finanziarie. Purtroppo, invece, per i danni alle aziende non si hanno ancora notizie, anche se la speranza è che si possano sbloccare presto anche queste procedure. Certo, sottolineano dal Comune di Niardo, non si tratta della liquidazione dei fondi, ma solo di un ulteriore fase del complesso iter, ma almeno qualcosa si è mosso.

Va ricordato che ci sono ancora oggi diverse famiglie fuori casa, che hanno visto le loro abitazioni distrutte dai detriti e che, la scorsa estate, hanno subito la riapertura della ferita, quando, per consentire i lavori alla ferrovia, sono stati definitivamente abbattuti i ruderi e quanto rimasto in piedi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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