Montichiari, ok alla riapertura del velodromo: ora tocca alla Federazione

E dopo la volata, c’è il traguardo, anche per il Velodromo di Montichiari: la Commissione provinciale di vigilanza, ieri ha dato il via necessario alla riapertura dell’impianto, verificando che ci sono le condizioni di agibilità necessarie alla luce delle normative vigenti.
Di conseguenza, è valido anche il dissequestro della struttura che era già stato predisposto dalla Procura, ma la cui validità era, appunto, subordinata al sì della Commissione. Ciò non significa che sarà immediatamente operativo, ma che è libero di esserlo e che ha tutte le carte in regola.
Quindi una volta definiti gli aspetti gestionali, si potrà aprire: «Con l’inizio del nuovo anno, ci troveremo con la Federazione Ciclistica Italiana per concordare gli aspetti legati alla gestione e definiremo il tutto», dice il sindaco Togni, ricordando che, in base agli impegni presi, sarà la Federazione il gestore.
L’iter
Per arrivare sino a qui, si è percorso un lungo tragitto: «Il Velodromo è stato rivisto in ogni singola vite – dice il sindaco –. Altro che “bolla di sapone che si risolve in due giorni” come fu detto in passato». Togni, ieri ha riavvolto il nastro, divulgano una lunga nota: «Fu posto sotto sequestro a luglio del 2018 per varie negligenze ma, principalmente, perché chi amministrava allora fece scadere il certificato di prevenzione incendi. Il Prefetto, a maggio 2018, scrisse all’Amministrazione chiedendo di fermare l’attività, ma rimanendo questo appello inascoltato, la Procura pose il Velodromo sotto sequestro», ha ribadito, sottolineando nuovamente come sia questo il nocciolo della questione (e non i problemi alla copertura che avrebbero potuto essere risolti come suggerito quando sedeva in opposizione).
Negli anni
Poi: «Nell’estate 2019 divenni sindaco. I lavori erano da poco iniziati. Riguardavano il rifacimento della copertura e guarda caso, proprio come avevamo suggerito noi, con un costo di circa 500.000 euro (non di 2,5 milioni) e di levigatura della pista ormai ammalorata dall’acqua. Capii però subito che qualcosa non quadrava e che i lavori non sarebbero bastati. Chiamai la Federazione dicendo loro di non avere aspettative ad entrare a fine settembre, che sarebbero serviti più tempo e soldi. Ottenni a novembre 2019 l’autorizzazione a far entrare almeno la Nazionale per gli allenamenti in vista delle Olimpiadi. A marzo 2020, pochi giorni prima del Covid, riuscii a far effettuare un sopralluogo di tutti i membri della Commissione prefettizia e finalmente uscì la verità: passati 10 anni dalla costruzione e subentrate le nuove normative di costruzione la struttura era da ritenersi una nuova costruzione. C’era quindi tutto da rifare anche quello che prima andava bene... ».
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