Cronaca

Montagna, i bivacchi sono nati per aiutare in caso di emergenza

Per questo le strutture sono sempre aperte e dotate di servizi minimi: non sono adatte per lunghi soggiorni
Una delle strutture nate per aiutare in caso di emergenza - © www.giornaledibrescia.it
Una delle strutture nate per aiutare in caso di emergenza - © www.giornaledibrescia.it
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Le sezioni del Club alpino italiano possiedono sulle montagne della penisola e delle isole circa 250 bivacchi. Quelli allestiti tra le montagne bresciane sono poche decine, alcuni dei quali sono sorti per iniziative locali e gestiti da appassionati appartenenti a sodalizi diversi.

La struttura dei bivacchi

I primi bivacchi furono costruiti esattamente un secolo addietro in forma di semibotte con assi di legno e pannelli di lamiera, su iniziativa del Club alpino accademico italiano. La funzione storica e ancora attuale di un bivacco è quella di porsi come struttura di supporto in caso di incidenti, eventi sfavorevoli o condizioni meteorologiche avverse. Per questo tutti i bivacchi sono sempre aperti e liberamente accessibili, e le dotazioni di cui dispongono sono essenziali, distinguendosi quindi dalle funzioni svolte da un rifugio.

Ai sensi del «Regolamento strutture ricettive» del Cai, il bivacco fisso è un manufatto tecnico di modeste dimensioni con capienza normalmente non inferiore a sei posti e non superiore a dodici posti, finalizzato allo svolgimento di attività alpinistiche. Generalmente un bivacco è collocato nelle zone più elevate delle catene montuose, frequentate per alpinismo di stampo classico e oggi anche moderno, come base vicina agli attacchi delle vie di salita o lungo percorsi alpinistici in alta quota. È dotato solo di servizi minimi utili al ricovero di emergenza, di materiale di pronto soccorso, rimane permanentemente aperto e viene mantenuto in efficienza, è privo di vincoli di redditività e la sua fruizione è vietata agli animali.

Per effetto della mancanza di una diffusa conoscenza della montagna, e conseguentemente delle caratteristiche e delle modalità di frequentazione delle strutture ricettive in quota, accade talvolta in questi ultimi anni che i bivacchi siano utilizzati in maniera permanente, per vacanze o «sbaraccate» che lasciano in eredità rifiuti e incuria. Il richiamo ad un utilizzo corretto di queste strutture è quindi più che mai opportuno, dato che, oltre al rispetto dovuto per le cose altrui, la loro fruizione potrebbe rendersi necessaria all’improvviso per incidenti, malori o interventi di soccorso. è

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