L’ultima frontiera del lusso: i cerotti di pelle d’agnello di Hermès

Non bastavano le spille da balia gioiello, né i portachiavi che costano come una rata del mutuo: la nuova ossessione del lusso, oggi, passa da un oggetto che più quotidiano (e meno glamour) non si può: il cerotto. Ma non uno qualunque: un cerotto di pelle d’agnello firmato Hermès, rigorosamente poco utile, decisamente costoso e sorprendentemente… desiderabile. Perché sì, il lusso contemporaneo sembra essersi convinto di una cosa: più un oggetto è comune, più diventa irresistibile una volta brandizzato.
Il design
Hermès, con la calma olimpica della maison che può fare ciò che vuole, lancia così un set da tre «bende decorative» che imitano alla perfezione i cerotti da supermercato, quelli che normalmente mettiamo sui taglietti quando sbagliamo a usare il pelapatate. Solo che questi non proteggono ferite: proteggono (forse) il nostro status.
Il design ricorda le medicazioni economiche in polietilene, ma la sostanza è ben diversa: pelle d’agnello, lavorazione di pregio, logo «petit H» in bella vista, e una palette di colori che va dal rosso al beige, passando per giallo e blu. Non si può scegliere il set: un dettaglio pensato per aggiungere quel tocco di mistero da blind box che fa tanto lusso contemporaneo – o «lotteria dei colori», a seconda della prospettiva.
Prezzo
Il prezzo? 140 euro. Per tre cerotti. Sì, proprio così. Pari più o meno al prezzo dell’iconica (e altrettanto enigmatica) iPhone Pocket del marchio orientale Issey Miyake. Un classico prodotto «entry level»: abbastanza accessibile da far credere di essere entrati nel magico mondo Hermès, ma comunque perfettamente inutile per chi sperava in qualcosa di realmente funzionale.
E quindi, come li utilizziamo questi patch deluxe? Secondo il brand per appendere foto, per trattenere i post-it o per coprire la videocamera del laptop. O – la mia preferita in assoluto – per «personalizzare» il manico di un cacciavite. Originali? «Ni» Irrinunciabili? Dipende da quanto ami il lusso.
Funzione
Di fronte a questi cerotti, la domanda è d’obbligo: l’idea è geniale o l’ennesima boutade di un mercato che da tempo ha smesso di cercare la funzionalità? Forse entrambe.
Certo, non sono pensati per rammendare ferite (anzi: meglio non provarci), ma come tanti piccoli oggetti di culto degli ultimi anni – dalla già citata spilla da balia di Prada ai mille oggetti di uso comune «santificati» dal logo – funzionano come token simbolici, biglietti d’ingresso low-cost per un brand che di solito si conquista a colpi di borse costosissime con anni e anni di lista d’attesa.
E alla fine è questo il punto: nel lusso di oggi, il significato supera il significante. Non importa l’utilità, importa il gesto. L’ironia. La consapevolezza di star comprando il più nobile degli oggetti inutili.
Trend
E se alla fine i cerotti di Hermès dovessero diventare un trend? Nessun problema. Nel dubbio, noi comuni mortali potremo sempre rifugiarci su una versione più pop: i cerotti glitterati o di Frozen (i miei preferiti) della parafarmacia sotto casa. Magari meno couture, ma almeno quelli – volendo – una ferita la curano davvero.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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