CronacaBassa

La luce dell’equinozio, quando l’Uomo incontra la Natura

Giulia Bonardi
Alla Pieve di San Pancrazio di Montichiari all’inizio di autunno e primavera i raggi del sole, in prossimità del tramonto, penetrando dalla bifora della facciata raggiungono una finestrella monofora che si trova sopra l'altare
La luce dell'equinozio alla Pieve - © www.giornaledibrescia.it
La luce dell'equinozio alla Pieve - © www.giornaledibrescia.it
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L'incontro armonioso tra Uomo e Natura è di bellezza spettacolare e possibile, però bisogna volerlo ammirare, darsi degli appuntamenti, accettare di non essere gli unici protagonisti, accogliere l'imprevedibilità e la dipendenza da ciò che sfugge al nostro controllo, farsi anche spettatori rispettosi di ciò che c'è, c'era e deve continuare ad esserci per chi verrà dopo. Il risultato di questi sforzi, però, è da togliere il fiato.

Grande partecipazione all'incontro - © www.giornaledibrescia.it
Grande partecipazione all'incontro - © www.giornaledibrescia.it

Ci sembra quasi di leggere questo messaggio nella luce dell'equinozio d'autunno alla Pieve di San Pancrazio, dove, da alcuni anni, ci si dà appuntamento per osservare un fenomeno di singolare bellezza: è frutto, appunto, dell'incontro tra la Natura e l'architettura della Chiesa romanica (risalente al XII secolo). Ovviamente non sempre è visibile con la stessa intensità, dipende dal meteo, dal sole: insomma, da ciò che trascende il nostro controllo, ma quando avviene, è «magia».

Prima non erano in tanti a salire sul colle per ammirarlo, adesso invece sì, perché l'assessorato alla Cultura (in particolare l'ex assessore Angela Franzoni) ha iniziato ad organizzare un vero e proprio evento, fatto di arte, conoscenza e musica. Ciò consente di valorizzare sia la magia di luce, sia la Pieve. Si è svolto anche domenica 21 settembre, con la partecipazione di tanti e l'intervento dell'esperto d'arte e «Amico» della Pieve Ezio Soldini, che ha illustrato le caratteristiche della chiesa.

 «Questo fenomeno avviene agli equinozi d'autunno e di primavera perché i raggi del sole, in prossimità del tramonto, penetrando dalla bifora della facciata, raggiungono la finestrella monofora che si trova sopra l'altare: ciò genera un gioco di luce tale da sembrare una palla di fuoco – spiega Soldini –. È strettamente legato all'orientamento tipico delle pievi. Ovviamente non a tutti gli equinozi il fenomeno si vede con la stessa intensità. In passato, ci davamo appuntamento per osservarlo solo noi del gruppo «Amici della Pieve» (gruppo di volontari che curano le aperture della chiesa, ndr).

Poi l'Amministrazione ha istituito un vero e proprio evento. Questo consente di valorizzare anche la Pieve stessa, testimonianza unica nel suo genere e di eccezionale valore, perché, a differenza di altre pievi romaniche, è di misura importante, molto conservata, e realizzata in pietra di medolo, detto comunemente di Botticino, segno di un disponibilità economica non indifferente.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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