Leno, operai al lavoro per dare forma al digestore di biometano

Ruspe e camion sono in azione a fianco del lungo rettilineo sulla strada comunale che porta a Ghedi: stanno preparando il terreno per il digestore che produrrà biometano. I lavori procedono speditamente: è già stato realizzato il ponte che, scavalcando la vicina roggia, collega il cantiere alla strada.
Punti di vista
L’impianto ancora non c’è, ma è già iniziata la discussione tra chi è favorevole («Cosa c’è di male nel recuperare energia pulita dagli scarti e dalle emissioni zootecniche?») e chi è contrario («Quando il biodigestore sarà in funzione, inizieranno le lamentele per i miasmi derivanti dall’impianto»). In attesa di raccontare gli sviluppi della controversia, concentriamoci sull’impianto di biometano, o biodigestore: un’infrastruttura che produce biometano a partire dalla materia organica. Per capire come sarà l’impianto di Leno ci affidiamo alla relazione tecnica che la ditta Vlf di Asola ha depositato in Comune.
L’inizio è rassicurante: «L’intervento non determinerà un incremento delle emissioni in atmosfera; al contrario, porterà un risparmio complessivo delle emissioni. Il biometano prodotto verrà immesso nella rete di distribuzione della Snam, con destino “altri usi” diversi dai trasporti».
Caratteristiche
Seguono i dati tecnici: la capacità produttiva di biogas è di 1228 Sm3/h, 933 dei quali inviati all’upgrading per produrre 500 Sm3/h netti di biometano. Per fare questo verranno realizzate: due vasche di precarico coperte (diametro 10 metri, altezza 5 metri); una vasca di omogenizzazione della pollina da ovaiole; un desabbiatore pollina da ovaiole; una vasca di accumulo della pollina desabbiata.
Ancora: due digestori primari larghi 28 metri e alti 8 metri; due digestori secondari con le stesse misure dei due primari; due locali pompe; due tramogge destinate al carico delle biomasse solide; due vasche di stoccaggio con cupola gasometrica a doppia membrana per il recupero del gas (diametro 28 metri, altezza 8 metri); due vasche scoperte destinate allo stoccaggio del digestato liquido (diametro 26 metri, altezza 8 metri); una stazione di separazione ed altro ancora.
Vantaggi
«La realizzazione di questi impianti - dice il sindaco Cristina Tedaldi - serve per alleggerire la pressione sui terreni oggetto di spandimento dei liquami delle aziende agricole: essendo ancora a vocazione agricola, il nostro territorio conta numerosi allevamenti. Va da sé che questo non deve essere motivo di aumento dei capi allevati. Inoltre la produzione di biometano va nella direzione della transizione ecologica e della produzione di energia rinnovabile».
Abbiamo ottenuto, continua Tedaldi, «che, oltre a mettere a disposizione l’area, l’attuatore compartecipi al costo delle opere per l’allargamento del tratto di strada che va dal paese fino all’impianto». Buona notizia: quella strada è stretta e pericolosa. Un po’ di agio in più farà contenti tutti coloro che, quotidianamente, la percorrono.
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