Le immagini e le parole: in mostra mezzo secolo di memoria della Strage di piazza Loggia

Da oggi al 16 dicembre a Palazzo Martinengo di via San Martino della Battaglia. Il futuro museo
Strage, la memoria in mostra
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Le prime pagine dei giornali dedicate alla Strage. Le fotografie di piazza della Loggia dopo lo scoppio. Il fazzoletto deposto su una delle bare il giorno del funerale. Un’acquaforte di Carlo Pescatori, un manifesto di protesta contro la sentenza del 1980, la locandina del concerto di Joan Baez nello stesso anno, la rielaborazione grafica di alcuni reperti processuali.

Il disegno di un bambino, un collage su carta dell’artista Umberto Mastroianni. Una settantina di oggetti scelti fra le migliaia raccolti e custoditi dalla Casa della Memoria. «Immagini e testi che raccontano la straordinaria partecipazione della città a quell’evento», come dice il presidente Manlio Milani. La testimonianza «di una memoria sempre più collettiva per comprendere il valore del dialogo, per dire no alla contrapposizione e ricordare la sofferenza di chi ha lottato per la libertà e la democrazia».

Da oggi fino al 16 dicembre, in due sale al piano terra di Palazzo Martinengo delle Palle di via S. Martino della Battaglia (sede della Casa della Memoria), è visitabile la mostra «Siamo testimoni, non perché c’eravamo ma perché non abbiamo mai smesso di esserci». L’iniziativa, voluta dalla Casa in collaborazione con la Fondazione Brescia Musei (che ha curato l’allestimento), il Comune e il Ctb, è il primo passo verso il museo dedicato alla Strage che aprirà nel 2026 negli stessi locali.

Sezioni

Nelle due sale gli oggetti sono esposti sopra degli scatoloni di carta; come pezzi di memoria escono dai box che li hanno custoditi. In una terza sala viene invece proiettato il film «Non perché c’eravamo» realizzato dal Ctb. La mostra è suddivisa in otto sezioni, «riconducibili ad otto emozioni» spiega il direttore di Brescia Musei, Stefano Karadjov: «Chiuso per sciopero», «Il 1974 sarà la rivoluzione o la fine del mondo?», «Sentirsi uniti dentro una storia che ci prevede tutti», «Aprirsi voleva dire far parte di qualcosa di più grande», «Ognuno portava qualcosa», «Noi credevamo sul serio nella possibilità di cambiare le cose», «Ragazzo vieni sotto che piove», «Noi che desideriamo cambiare la storia».

In mezzo secolo la Casa della Memoria, sottolinea Karadjov, «ha raccolto un immenso patrimonio immateriale civico. Con questa mostra comincia il viaggio per farlo diventare patrimonio universale». Dal quel 28 maggio 1974, Brescia, considera la sindaca Laura Castelletti, «è stata capace di curare le sue ferite e di guardare al futuro».

Museo

Era sentito il «bisogno di raccontare come abbiamo vissuto questi 50 anni. La Strage, le vittime, la memoria da affidare ai giovani». Adesso, la mostra e un preciso luogo fisico «sono la premessa per costruire insieme un museo permanente», che farà parte dell’offerta culturale cittadina curata da Brescia Musei. Il progetto trova il consenso anche della Provincia. «Palazzo Martinengo - afferma il vice presidente Massimo Tacconi - diventa il luogo della memoria di ciò che Brescia visse in quegli anni, a beneficio soprattutto delle nuove generazioni».

Da oggi fino al 30 giugno la mostra è aperta dal lunedì alla domenica (10-18); fra il primo luglio e il 2 agosto dal lunedì al venerdì (10-18). L’ingresso è gratuito. Sono previsti visite guidate e laboratori didattici gratuiti. Info e prenotazioni: 030.8174200; cup @bresciamusei.it; www.bresciamusei.com

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