Le associazioni: «No alle nuove vigne sul Monte Alto»

Daniele Piacentini
Gli ambientalisti bussano alle porte delle istituzioni per fermare il previsto taglio di boschi e prati
La protesta degli ambientalisti allo Stallone di Adro - Foto © www.giornaledibrescia.it
La protesta degli ambientalisti allo Stallone di Adro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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 «Siamo disponibili al confronto, ma bisogna prima porre sotto tutela paesaggistica più stringente le zone boschive e dei prati rimasti sul Monte Alto e, più in generale, in tutta la Franciacorta». Legambiente, Condotta Slow Food, Associazione Monte Alto e Comitato per la tutela dei boschi della Franciacorta bussano alle porte delle istituzioni per sbloccare la situazione di località Stallone, area a pochi passi dalla cima del Monte Alto di Adro, dove boschi e prati potrebbero lasciare il passo ai vitigni.

La missiva è stata spedita ai cinque Comuni che si affacciano sul rilievo (con Adro ci sono Iseo, Capriolo, Paratico e Corte Franca), a Provincia e Regione, oltre alla Soprintendenza di Brescia e Bergamo e al Consorzio per la tutela del Franciacorta Docg di Erbusco. Per le associazioni «sembra del tutto evidente la necessità di apporre dei vincoli di tutela paesaggistica che precludano altre trasformazioni e destinazioni d’uso di aree attualmente usufruite anche da un’ampia parte della popolazione locale per passeggiate naturalistiche e di svago. Non a caso, sono state raccolte (nella primavera 2022, ndr) in pochi giorni ben 3mila firme di cittadini decisi a salvaguardare queste aree, con l’auspicio che anche il resto dei boschi e dei prati ancora presenti sulle colline della Franciacorta, vengano rispettati e salvaguardati per le future generazioni».

Legambiente e le altre associazioni puntano così a evitare la trasformazione dello Stallone in vigneto, sulla scorta di quanto già accaduto nella stessa zona: «Si tratta – spiega il presidente del circolo franciacortino, Silvio Parzanini – di interventi molto impattanti a livello ambientale: uno in località Belveder di Clusane, già in via di realizzazione, l’altro invece proprio allo Stallone. Nel primo caso è stata sacrificata una zona boschiva e, nel secondo caso, sparirà un prato stabile da pascolo d’altura, per impiantare nuovi vigneti. Questo ha comportato e comporta lavori di sbancamento, movimentazione terra e taglio di alberi molto importanti per l’equilibrio geo-morfologico, climatico, paesaggistico di queste porzioni sommitali del Monte Alto, baluardo per la salvaguardia della biodiversità botanica e animale, indispensabile per la sopravvivenza dell’avifauna e degli insetti impollinatori, quasi scomparsi da queste aree molto antropizzate». 

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