CronacaGarda

Lago di Garda, livelli oltre il massimo: autorizzato lo scarico nel Mincio

Simone Bottura
Così si evitano situazioni a rischio. Il segretario generale della Comunità del Garda: «La situazione non è allarmante»
La diga di Salionze, che regola lo scarico del lago di Garda nel fiume Mincio - Foto © www.giornaledibrescia.it
La diga di Salionze, che regola lo scarico del lago di Garda nel fiume Mincio - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il lago di Garda è oltre il massimo della capacità di riempimento: si aprono i rubinetti per scaricare nel Mincio. Nessun allarme, ma l’attenzione è massima, come sempre accade quando il lago supera i 135 centimetri sullo zero idrometrico di Peschiera.

È successo venerdì, quando il livello è arrivato a 137 cm e il riempimento del bacino al 101,4 per cento. Non accadeva da tempo. Tanto che la Comunità del Garda si è subito attivata per chiedere ad Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), che è l'ente regolatore del lago, di aumentare lo scarico in uscita, visti i livelli in crescita e il meteo che prevede pioggia anche nelle prossime settimane. Richiesta accolta: il deflusso allo sbarramento regolatore di Salionze è stato addirittura raddoppiato, passando da 50 a 100 metri cubi al secondo.

«La situazione non è allarmante – dice il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa –, ma il lago va governato, mantenendo i livelli entro i limiti di sicurezza, tra i 125 e i 135 cm». Se si va troppo oltre questi limiti c’è il rischio di danni alle infrastrutture rivierasche, soprattutto in caso di vento e forti lagheggiate. E pensare che solo un anno fa eravamo in una situazione diametralmente opposta, con un lago bassissimo, a soli 45 cm, quasi un metro di meno (che equivale a una quantità d’acqua enorme, visto che un centimetro di lago corrisponde a 3,7 milioni di metri cubi di acqua). Di positivo c’è il consistente apporto nevoso registrato in queste ore oltre i 1200 metri, che al disgelo, in primavera, garantirà le risorse idriche necessarie alla stagione irrigua.

Resta da segnalare che da lunedì 4 a venerdì 8 marzo il Servizio bacini montani della Provincia Autonoma di Trento procederà alla verifica annuale della funzionalità dei dispositivi di apertura dello scolmatore Adige-Garda, con una portata media di 25 metri cubi al secondo e massima di 100 metri cubi al secondo.

Qualcuno ha già storto il naso, perché nel Garda finirà l’acqua dell’Adige, meno controllata e più inquinata di quella benacense. Ma i collaudi sono indispensabili. A tal proposito il vicepresidente della Comunità del Garda, Filippo Gavazzoni, fa notare che «questa apertura serve per essere certi che il sistema sia efficiente» e assicura che «di acqua dell’Adige nel lago ne entrerà poca, il minimo necessario». Gavazzoni ricorda inoltre che «quando la galleria si apre in emergenza è per preservare l’incolumità delle persone da esondazioni potenzialmente pericolose». Di fronte alle vite umane, la salute del lago passa in secondo piano. 

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