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La Strada della Forra resta chiusa: «Permane la condizione di pericolo e di elevato rischio»

La Redazione Web
La Sp38 è inaccessibile dal 16 dicembre per una frana: a giugno un nuovo aggiornamento
La strada della Forra a Tremosine - Foto © www.giornaledibrescia.it
La strada della Forra a Tremosine - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«È da escludersi, almeno finché non verranno conclusi i monitoraggi, una riapertura della strada»: la Strada della Forra resta chiusa.

A comunicarlo è la Provincia dopo l’incontro di questa mattina al quale hanno partecipato il presidente Moraschini, il consigliere delegato ai Lavori pubblici e alle strade Paolo Fontana, il direttore del Settore delle strade e dei trasporti Pierpaola Archini, il funzionario del Settore strade Enrica Savoldi, i tecnici degli studi di geologia e ingegneria incaricati per le analisi e i monitoraggi della strada e il sindaco di Tremosine Battista Girardi.

«Gli studi di geologia e ingegneria incaricati hanno ribadito che permane la condizione di pericolo e di elevato rischio - si legge nel comunicato diffuso oggi -, e hanno posto l’attenzione sul fatto che le frane di roccia, contrariamente alle frane di terreno, non danno segnali di allarme».

Il problema principale riguarda la fragilità della calotta della galleria: «la spalla della galleria - si legge - è passata da un ricoprimento di 8 metri a uno di 1 metro: una condizione non sufficientemente sicura». La Provincia di Brescia assicura che «proseguirà con le attività di monitoraggio e si studieranno le alternative progettuali». Il prossimo «bollettino» sulla salute dell’«Ottava meraviglia del mondo» è previsto per la metà del mese di giugno.

La Sp38 Strada della Forra è stata chiusa dopo la frana del 16 dicembre scorso, 5 mesi di verifiche e controlli, studi e scenari. A dicembre, e non era la prima volta, fu interessata una parte del versante verso il lago in corrispondenza di una galleria, crollarono di alcune migliaia di metri cubi di roccia nel lago e, sempre in corrispondenza della galleria, la parete di roccia che fungeva da pilastro del versante si è assottigliata perdendo così gran parte della resistenza di sostegno.

La frana ha messo in evidenza nuove fratture, segno di detensionamento, e alterato la stabilità anche della roccia vicina tanto da far temere movimenti di riequilibrio e assestamento.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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