La speranza dei giudici di pace: «Le nuove assunzioni già annunciate»

È stata l’ispezione ministeriale di un anno e mezzo fa a scoprire il vaso di Pandora. «C’era una situazione complicata, anche nella gestione dei procedimenti. I risultati emersi erano sconfortanti», commenta Elena Stefana, presidente della sezione Lavoro del Tribunale di Brescia e coordinatrice degli uffici del Giudice di Pace del distretto.
Per due anni l’ufficio del Giudice di Pace ha retto come ha potuto al diluvio di cause da gestire: ora il futuro è legato alla speranza. «A giorni prenderà servizio l’ottavo giudice: si tratta di Federica Maggioni, nominata con decreto del Ministero della Giustizia del 17 marzo scorso».
Maggioni prenderà servizio ad aprile e dopo una fase di orientamento (lunga sei mesi) in tribunale, inizierà a lavorare a Chiari. «Ma altre sei persone, tutte donne, vincitrici di un concorso bandito nel 2023 insieme a Maggioni, stanno attendendo il decreto di nomina del ministro». Se tutto andrà per il verso giusto, entro la fine dell’anno i Giudici di Pace di Brescia dovrebbero raddoppiare, passando da 7 a 14.
«Sarebbe una boccata d’ossigeno e riusciremmo a dare una svolta alla situazione attuale – continua Stefana –. Quello del Giudice di Pace sarà l’ufficio col quale il cittadino avrà un contatto immediato, dove potrà anche impugnare una multa. Per questo è importante la celerità e il giusto funzionamento. Faremo di tutto perché funzioni e non ci tireremo indietro: stiamo cercando di recuperare, ma per l’obiettivo del potenziamento della giustizia di prossimità servono numeri adeguati».
La giudice Stefana si mostra abbastanza ottimista sulle future immissioni che in prospettiva porterebbero l’organico dei magistrati onorari del distretto (pur sottodimensionato rispetto alle necessità) a raddoppiare. «Ci sono però altri tre giudici onorari di pace che hanno svolto il tirocinio in modo positivo e che sono in riserva. Ho presentato richiesta affinché anche loro prendano servizio. Sarebbe una grande opportunità per smaltire gli arretrati perché in questo modo arriveremmo, entro il 30 giugno, a 17 Giudici di Pace rispetto agli attuali sette».
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