CronacaBassa

Ruspe al Kaluà, scompare la disco che è diventata icona nella Bassa

Silvia Pasolini
Aperta a Orzinuovi all’inizio degli anni ‘70, dopo cambi di nome chiuse a inizio Duemila
Le ruspe in azione - © www.giornaledibrescia.it
Le ruspe in azione - © www.giornaledibrescia.it
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Addio al Kaluà di Orzinuovi. Le ruspe in questi giorni stanno mordendo il cemento di una delle prime discoteche della Bassa bresciana, nata all’inizio degli anni ‘70. A breve sorgerà al suo posto un nuovo polo industriale, un ampliamento del Gruppo Ab, con sede a Orzinuovi.

Si sbriciola così un pezzo di storia, un monumento alla gioventù di un’intera generazione, testimone ormai attempato di uno dei primi templi del divertimento dell’area orceana. Non solo una discoteca, ma un guscio di emozioni, un luogo sospeso tra la realtà e il desiderio, dove per circa trent’anni migliaia di giovani e adulti hanno trovato l'amore, l'amicizia e un’euforia indimenticabile.

Aperto nel 1973 dall’ex calciatore professionista Claudio Correnti col cognato Mario Basalari, il Kalua’ era stato strategicamente posizionato al confine tra Orzinuovi e Orzivecchi. Lontano dal centro abitato per permettere alla musica di rimbombare senza sosta, ma abbastanza vicino da essere il punto d’arrivo nel weekend di una carovana di Ciao e di Vespe da tutta la Bassa bresciana, dalla bergamasca e dal cremonese. Erano gli anni ’70 e ’80 e ogni venerdì, sabato sera e domenica pomeriggio, migliaia di ragazzi con jeans arrotolati alla caviglia e capelli cotonati partivano in gruppo dalle piazze, pronti a perdersi nelle luci stroboscopiche e a ballare fino a che le gambe non reggevano più.

Impero della notte

Il Kalua’ fu il trampolino di lancio per Mario Basalari, che da lì forgiò il suo impero della notte bresciana, dando vita all’inizio degli anni ’80 ad altri miti come il Paradiso a Brescia (ancora col cognato Correnti) e poi il Number One a Corte Franca. In quegli anni il Kalua’ fu acquistato dall’imprenditore Renato Zecchi e poi da altri investitori e, con le sue serate che hanno fatto la storia, ha continuato a vivere, con una sala al chiuso e un’altra all’aperto, tre bar e piscine esterne, cambiando nel tempo anche il nome, ma non l’anima: a fine anni ’90 diventò Odc, poi Sottosopra. Fino a quando, ai primi del 2000, sulla struttura calò definitivamente il silenzio.

Da quel momento l’edificio è rimasto una cattedrale nella campagna orceana, testimone muto di un passato glorioso. Una metafora del tramonto di un'intera epoca, quella delle discoteche, dei motorini e dell’aggregazione. Nel 2018 il gigante della cogenerazione AB ha acquistato il terreno, pronto a scriverci un nuovo capitolo.

E per un attimo, come un ultimo, commovente battito di ciglia, un gruppo denominatosi «I vecchi amici del Kaluà» si è riunito ed ha appeso alla ringhiera della discoteca uno striscione con su scritto «Grazie di tutto». I nostalgici hanno poi creato anche una pagina Facebook, dove tutt’oggi condividono ricordi, vecchie foto e risate. Anche se i bracci meccanici delle ruspe hanno fatto calare il sipario su questa lunga storia, una cosa è certa: i primi baci e le amicizie nate sotto quelle luci rimarranno per sempre un tesoro custodito tra le pieghe del tempo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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