Il lungolago Marconi a Iseo piace, ma si discute sulla sicurezza

Veronica Massussi
A un anno dall’inaugurazione, polemiche sulla scelta di non installare protezioni: già due le persone cadute nel lago
Lungolago Marconi a Iseo - © www.giornaledibrescia.it
Lungolago Marconi a Iseo - © www.giornaledibrescia.it
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Ad un anno dalla consegna il lungolago Marconi fa ancora discutere. E al centro c’è la sicurezza, soprattutto nei fine settimana quando sono molti coloro che vi passeggiano e che, proprio per la mancanza di ringhiere, potrebbero cadere nelle acque sebine.

L’intervento

Due anni di lavori e 2,8 milioni di euro spesi hanno permesso da una parte il consolidamento della passeggiata a lago, simbolo di Iseo, ma anche il rifacimento della pavimentazione, delle essenze arboree e degli arredi, cambiando loro volto.

La prima novità è stata quella di non aver posizionato le ringhiere che ne delimitavano la cornice, creando un open space che permette una maggiore profondità e continuità con l’acqua. Non ci sono più le file di alberi, palme e tigli che intervallavano la passeggiata ma aiuole e panchine di design. Il tutto ha un alto valore estetico, un po’ meno, invece, quello della sicurezza.

Sicurezza

L’Amministrazione attuale, che ha ereditato il lungolago Marconi dalla precedente, ne ha preso atto anche perché ad oggi sono cadute in acqua due persone riportando delle lesioni per via delle palancole in cemento che si trovano appena sotto il filo d’acqua. Queste sono dei rinforzi posizionati per consolidare il percorso e, se d’estate con il livello del lago basso sono ben visibili, anche se sempre pericolose, attualmente, con il livello del lago molto alto, non lo sono.

Un tuffo accidentale nel lago sarebbe di per sé, sapendo nuotare, spiacevole ma innocuo; è pericoloso, invece, per la presenza del contrafforte di cemento e ferro.

A molti il lungolago Marconi oggi piace: è più ampio del precedente, avvicina all’acqua e permette di essere percorso, nello struscio estivo e domenicale, da più persone. Spesso si vedono ragazzi e ragazze che si siedono addirittura a bordo lago in diversi punti, cosa che prima era impossibile.

La scelta

«Purtroppo ci siamo trovati il lungolago fatto e finito ed è arrivato anche il certificato di regolare esecuzione per cui non possiamo più intervenire – spiega l’assessore ai lavori pubblici Fabio Volpi –: se volessimo posizionare una ringhiera dovremmo presentare un altro progetto ed ottenere l’autorizzazione della Soprintendenza. Intanto, comunque, stiamo valutando se sia opportuno rimettere le ringhiere o meno; un’idea più pratica e veloce è quella di posizionare delle fioriere a delimitare così i bordi».

E continua: «Per poter prendere una decisione futura soddisfacente stiamo ascoltando anche gli umori delle persone perché è molto soggettiva la percezione di un lungolago così diverso; dal punto di vista oggettivo, non siamo tenuti a modificare nulla ed ora, per cambiare le cose, ci vogliono un bel gruzzolo e nuovi pareri, quindi, un tempo notevole, che non è nelle nostre priorità».

E, analogamente, altri laghi lombardi, in Comuni dove le ringhiere sono state tolte, si pensa di riposizionarle per questioni di sicurezza.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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