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Inquinamento e salute, al via nuovi screening sui bambini

Scatta la fase tre del progetto dell’UniBs: si cercano piccoli volontari di Bagnolo Mella per esami non invasivi
La serata di presentazione del progetto Phime © www.giornaledibrescia.it
La serata di presentazione del progetto Phime © www.giornaledibrescia.it
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Tutto iniziò con un’indagine sui lavoratori della Italghisa, erano gli anni Novanta, successivamente lo studio si allargò anche ai residenti coinvolgendo adulti, adolescenti e ora anche bambini. Si chiama Phime ed è un’importante ricerca su inquinamento e salute, di respiro internazionale, che da quasi trent’anni l’Università di Brescia, grazie a una serie di finanziamenti milionari, sta portando avanti in tre aree della nostra provincia: Bagnolo, la Val Camonica e la zona del lago di Garda.

«Inizialmente - spiega la ricercatrice e medico Donatella Placidi, referente e coordinatrice dell’importante progetto - era uno studio che riguardava gli effetti del manganese sulla salute, poi, mantenendo queste zone di arruolamento, la nostra ricerca si è evoluta e trasformata. Abbiamo creato una coorte seguendo, nel tempo, un gruppo di persone che di fatto oggi ha fino a 28 anni, molti di loro sono con noi da quando avevano 11 anni. Nella terza fase del progetto, quella attuale, chiediamo nuovamente la collaborazione della popolazione più piccola: i bambini».

La ricerca

Lo studio, nel tempo, ha consentito di rilevare gli effetti di alcuni inquinanti sulla salute. «Abbiamo condotto risonanze magnetiche funzionali - racconta Placidi - ma anche esami specifici e molto costosi, le cui analisi sono tutt’ora in corso, e che sono stati svolti per esempio sui dentini da latte, circa cento, che ci sono stati donati dai bagnolesi, in modo da misurare la quantità dei metalli che si è depositata nel tempo, dall’epoca prenatale ai primi due anni di vita. Non solo: nella seconda fase, grazie alla collaborazione dell’Istituto comprensivo, abbiamo misurato il microbioma di alcuni studenti per esaminare come si comportano i batteri del nostro corpo in relazione agli inquinanti ambientali».

Il progetto Phime terminerà nel 2027 e in questa ultima fase l’attenzione sarà rivolta a capire come si comportano i metalli mescolati insieme, le cosiddette miscele. «Grazie anche alla collaborazione con l’Asst Spedali Civili, i bambini saranno sottoposti a esami non invasivi, una sorta di screening gratuito, che si aggiunge alla donazione di un loro dentino da latte - spiega la dottoressa -. Chi volesse prendere parte a questa ricerca potrà farlo inviando una mail a neuroimaging@unibs.it, donatella.placidi@unibs.it o inviando un messaggio al numero 3398502095».

La serata

I prossimi passi verso la conclusione della ricerca sono stati esposti lunedì sera, al convegno hanno partecipato anche il direttore generale di Arpa, Fabio Cambielli che, come il direttore generale di Ats Claudio Vito Sileo e il dottor Giovanni Maifredi, responsabile della struttura epidemiologica di Ats Brescia, hanno illustrato alcuni dati specifici su Bagnolo, numeri che non si discostano dalla media della provincia. Al tavolo dei relatori anche la dirigente dell’istituto comprensivo di Bagnolo Mella Francesca Svanera e il vicesindaco reggente Cristina Almici. «In questa ricerca - spiega Almici - le famiglie di Bagnolo stanno contribuendo a fornire dati importantissimi, non solo per il nostro comune, ma a livello mondiale».

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