Inquinamento Caffaro, chieste condanne per 3 anni e 4 mesi

Tre anni e quattro mesi per Antonio Todisco, Alessandro Quadrelli e Alessandro Francesconi. Un anno e sei mesi per Vitantonio Balacco. Queste le richieste di condanna formulate dal sostituto procuratore Donato Greco nei confronti dei manager di Caffaro Brescia Srl accusati a vario titolo di disastro ambientale, inquinamento ambientale, gestione incontrollata di rifiuti e falso in bilancio.

Secondo l’accusa, nonostante le prescrizioni degli enti e gli obblighi ambientali assunti con l’acquisto dell’azienda dalla Caffaro storica, gli imputati non solo non hanno posto un freno al cronico inquinamento da Pcb e Cromo esavalente, ma lo hanno provocato non aggiornando gli impianti, non provvedendo a mettere in sicurezza cisterne ammalorate, non potenziando la barriera idraulica per il recupero dalla falda delle acque inquinate e la loro depurazione.

Uno scorcio interno della Sin Caffaro - © www.giornaledibrescia.it

Secondo il pubblico ministero la prova dell’inquinamento è agli atti, come agli atti, in particolare nelle intercettazioni, è la consapevolezza dell’illiceità delle condotte degli imputati.

L’accusa ha comunque chiesto che venga riconosciuta loro l’attenuante speciale del ravvedimento operoso, per gli investimenti milionari sostenuti dall’azienda in questi ultimi anni per potenziare la barriera idraulica. Dopo l’intervento del pubblico ministero, il giudice Francesca Grassani ha aggiornato il processo al prossimo 28 ottobre. In quell’occasione passerà la parola alla difesa.