Infortunio sul lavoro, padre di famiglia muore dopo dieci giorni

Paolo Gatta è morto dopo dieci giorni di coma farmacologico. Il 53enne di Gardone Valtrompia era rimasto vittima di un incidente sul lavoro nella sede del Banco nazionale di prova delle armi portatili, al civico 23 di via Mameli, lunedì 12 agosto. Le speranze della famiglia si sono spente definitivamente ieri. Gatta è spirato alla Poliambulanza, dov’era stato ricoverato subito dopo l’infortunio. L’uomo faceva parte di una squadra di manutentori che il 12 agosto, attorno all’ora di pranzo, era al lavoro al Banco, chiuso per ferie fino a lunedì 26 agosto.
La dinamica
Il 53enne si era recato su un soppalco per controllare un aspiratore quando, per cause da accertare, è caduto da circa 4 metri di altezza. Immediati la chiamata ai soccorsi e il ricovero alla Poliambulanza per la frattura di alcune vertebre e un forte trauma cranico. L’operaio è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico alla testa e quindi posto in coma farmacologico.
L’intervento non è però servito a salvargli la vita. A quanto riportato da alcune persone vicine alla famiglia, pochi anni fa l’uomo aveva avuto un infarto, dal quale però pareva essersi rimesso. Non è quindi ancora chiaro se la caduta possa essere stata causata da un altro malore oppure se all’origine vi siano altre cause.
Il lutto
La notizia del suo decesso, ieri, è rimbalzata immediatamente da un cellulare all’altro. Paolo a Gardone e in Valtrompia era molto conosciuto. Era persona che non esitava a spendersi per gli altri, come dimostra anche il fatto che fosse presidente della Cirenaica, una associazione gardonese impegnata sul fronte sociale.
Paolo faceva anche parte del gruppo di Protezione civile comunale e per diversi anni è stato impegnato nell’organizzazione del Carnevale gardonese. Volontario attivo in oratorio, «non facevi in tempo a chiedergli un favore che te l’aveva già fatto» dice di lui chi lo conosceva.
Per Gardone e i gardonesi la sua morte è stata un bruttissimo colpo, una tragedia inaspettata visto e considerato che inizialmente le sue condizioni non parevano essere così gravi. Paolo lascia due figli, un ragazzo avuto da un precedente matrimonio e una bambina nata dopo le nozze con l’attuale moglie, Daniela Maria Poli.
Lavorava come manutentore al Banco nazionale di prova delle armi da diversi anni, «era praticamente casa sua» racconta un amico. Una «seconda casa» dove ha finito col trovare la morte. Ieri è stato disposto il prelievo degli organi per la donazione.
«Quello di Paolo Gatta è l’ennesimo grave infortunio mortale nel Bresciano, avvenuto in una fabbrica importante della Valtrompia – commenta Antonio Ghirardi di Fiom –. Chiediamo che venga fatta piena luce e che siano accertate le responsabilità».
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