Incidenti stradali nel Bresciano: la mappa con i Comuni più «pericolosi»

Dimensione del comune e popolazione hanno un rapporto direttamente proporzionale al numero di incidenti, che quasi sempre cresce con l’aumentare del numero di cittadini e quindi della densità del traffico. Secondo i dati sull’incidentalità nel Bresciano, elaborati da Aci e Istat, l’epicentro resta il capoluogo: Brescia città totalizza infatti 860 sinistri, con 1.055 feriti e 8 morti. È l’effetto combinato di volumi di traffico elevati, molte intersezioni e convivenza stretta tra auto, moto, bici e pedoni.
Dietro al capoluogo spiccano i comuni che intercettano pendolarismo e flussi turistici/commerciali: Desenzano del Garda (121 incidenti, 3 morti, 153 feriti), Rezzato (102, 0, 142), Montichiari (85, 1, 108), Lonato del Garda (69, 2, 109). Nella «seconda fascia» seguono Manerbio (58, 4, 103), Rovato (51, 0, 70), Palazzolo sull’Oglio (50, 0, 71), Castenedolo (49, 1, 78), Calcinato (44, 2, 65), Iseo (42, 0, 63). È un grappolo che disegna i principali corridoi di mobilità: asse del Garda, direttrici industriali della Bassa, cintura est-ovest del capoluogo.
Se guardiamo al tipo di strada, l’immagine è complementare. Il volume maggiore di sinistri si registra in ambito urbano: 1.765 incidenti (2.188 feriti, 18 morti). Qui pesano incroci, svolte, attraversamenti e tamponamenti: molte occasioni d’errore, spesso a bassa/media velocità, ma con tanta esposizione.
Fuori città, però, il rischio si fa più duro: sulle provinciali, regionali o statali extraurbane si contano 519 incidenti con 797 feriti e 24 vittime: meno schianti, ma più letali soprattutto a causa di velocità maggiori, ma anche per il numero di accessi laterali e per i sorpassi. L’autostrada si ferma a 249 incidenti (430 feriti, 8 morti), con dinamiche spesso legate a distrazioni e distanza di sicurezza; le categorie residuali («altre strade») sommano il resto.
La geografia del rischio, dunque, è duplice: tanto numero in città, più gravità fuori. Ne discendono mosse e rimedi differenziati. Nel capoluogo e nell’hinterland servono intersezioni più sicure (semafori intelligenti, tempi pedonali generosi, isole salvagente). Importante ovviamente anche la moderazione della velocità e una protezione sistematica di pedoni e ciclisti. Sulle extraurbane il focus è su velocità e manovre: corsie di svolta protette, barriere e banchine curate, dissuasori dove i frontali e le fuoriuscite hanno lasciato il segno, controlli mirati nelle ore di punta e nei weekend. Il dato comune resta umano: distrazione e velocità sono i moltiplicatori del danno.
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