Il primo Natale di papa Leone, «festa di pace e di speranza»
«Mentre un'economia distorta induce a trattare gli uomini come merce, Dio si fa simile a noi, rivelando l'infinita dignità di ogni persona. Mentre l'uomo vuole diventare Dio per dominare sul prossimo, Dio vuole diventare uomo per liberarci da ogni schiavitù. Ci basterà questo amore, per cambiare la nostra storia?». Così papa Leone durante la celebrazione nella Basilica vaticana della sua prima messa della Notte nella solennità del Natale.
Gratitudine e missione
«La risposta – ha proseguito il Papa – viene appena ci destiamo, come i pastori, da una notte mortale alla luce della vita nascente, contemplando il bambino Gesù. Sopra la stalla di Betlemme, dove Maria e Giuseppe, pieni di stupore, vegliano il neonato, il cielo stellato diventa “una moltitudine dell'esercito celeste”. Sono schiere disarmate e disarmanti, perché cantano la gloria di Dio, della quale la pace è manifestazione in terra nel cuore di Cristo, infatti, palpita il legame che unisce nell'amore il cielo e la terra, il Creatore e le creature». «Perciò, esattamente un anno fa – ha continuato –, Papa Francesco affermava che il Natale di Gesù ravviva in noi “il dono e l'impegno di portare speranza là dove è stata perduta”, perché “con Lui fiorisce la gioia, con Lui la vita cambia, con Lui la speranza non delude”. Con queste parole iniziava l'Anno Santo. Ora che il Giubileo si avvia al suo compimento, il Natale è per noi tempo di gratitudine e di missione. Gratitudine per il dono ricevuto, missione per testimoniarlo al mondo».
Speranza
«Grazie per esseri venuti anche con la pioggia! Tanti auguri a tutti!» ha detto il Pontefice ai circa 6000 fedeli nella Basilica di San Pietro e ai 5000 sulla piazza. Leone invita ad «ammirare» la «sapienza del Natale»: «Davanti alla violenza e alla sopraffazione, nel bambino Gesù, Dio dà al mondo una vita nuova: la sua, per tutti».
Nell’omelia il Santo Padre ha ricordato che il Natale «è festa della speranza, perché il bambino Gesù la accende in noi, facendoci messaggeri di pace. Con queste virtù nel cuore, senza temere la notte, possiamo andare incontro all'alba del giorno nuovo».
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