Il gioiello antiaggressione della startup bresciana: con un gesto manda l’Sos e la posizione

Ad inventarlo la designer bresciana Monica Pilenghi, che insieme a due soci ha lanciato ProPositive
La collana «antiaggressione» della startup bresciana ProPositive © www.giornaledibrescia.it
La collana «antiaggressione» della startup bresciana ProPositive © www.giornaledibrescia.it
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La sicurezza si indossa. Se per gli stalker c’è il braccialetto elettronico, per chi si muove da solo, o di notte, e vuole essere protetto c’è... una collana.

ProPositive è un gioiello tutto bresciano che contiene un piccolo dispositivo elettronico di protezione: attivato, emette un suono d’allarme e invia richieste di aiuto. Ad inventarlo la designer bresciana Monica Pilenghi che, con due soci, ha creato la start up omonima con sede in via Repubblica Argentina, a Brescia. I primi monili sono stati presentati al Fuorisalone di Milano martedì scorso. Tre linee sono unisex: ciondoli (di diverse forme, per collane o portachiavi), un accessorio da applicare al telefono che sembra un supporto e una fascia dedicata agli sportivi.

Come è nato

Tutto ha inizio nel 2022 quando Pilenghi partecipa all’iniziativa «What about me: il gioiello scomposto», promossa da DcomeDesign, presentando il bracciale Zen. All’interno delle forme geometriche era stato celato un dissuasore sonoro azionabile in caso di necessità. Ne è seguito un brevetto e tanto studio. «Mi sono sempre occupata di sicurezza - spiega Pilenghi - ho creato giocattoli e un casco che ha ricevuto una menzione d’onore al Compasso d’oro. La gioielleria è sempre stata una passione». Ecco che le due attività hanno trovato il modo unirsi. In questi due anni si è lavorato sulla riduzione delle dimensioni del cuore tecnologico del gioiello e quindi sull’estetica. Per farlo si è anche approfondito il comportamento umano in caso di aggressione, malore o caduta per creare un oggetto che fosse facile da utilizzare.

Come funziona

Due i livelli di allarme: «Con il primo strappo - spiega - il dispositivo emette un suono che stordisce l’aggressore. Se questo non è sufficiente, al secondo il dispositivo si collega con una app installata sul telefono che invia un Sos con geolocalizzazione ad una serie di contatti preimpostati e ai telefoni nelle vicinanze che hanno installato la app gratuita. Ora si stanno mettendo a punto gli ultimi dettagli: fino a che distanza far arrivare l’Sos, i costi e la distribuzione. L’obiettivo è arrivare ad un lancio per l’autunno del 2024.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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