Il compagno di squadra di Ottavia Piana: «Non è stata imprudente»
Nessuno resta indietro. E nessuno resta solo, men che meno un ferito. Giorgio Pannuzzo, del Soccorso Alpino Speleologico lombardo, sabato pomeriggio era nell’Abisso Bueno Fonteno quando si è verificato l’incidente che ha bloccato Ottavia Piana. «Eravamo in dieci e stavamo mappando una zona di grotte inesplorate. Eravamo divisi in sottosquadre, io ero in un ramo e Ottavia in un altro. Ad un certo punto uno dei suoi compagni è venuto ad avvisarci che c’era stato un crollo, che Ottavia era bloccata».
Non serve dire altro. «Immediatamente abbiamo sospeso tutto quello che stavamo facendo, due persone sono partite per andare verso l’uscita e avvisare di quello che era accaduto e mettere in moto la macchina dei soccorsi. Noi ci siamo tutti riuniti dove c’era Ottavia».
Nella grotta
Nell’Abisso ci sono speleologi esperti e soccorritori che sanno perfettamente cosa fare in queste situazioni. «Abbiamo cercato di preparare tutto quello che si poteva, di portare avanti il lavoro. Ottavia non è mai rimasta sola, c’era sempre qualcuno a tenerle compagnia e sorvegliare le sue condizioni. Con tutti gli altri abbiamo cominciato a stendere corde di sicurezza, a smuovere i sassi più grossi e immaginare un tragitto che avrebbe potuto fare la barella».
Restare con i compagni feriti è il punto di partenza: «Anche se fossero stati soli in due, l’altro non sarebbe uscito. Sarebbe stato compito di quelli fuori capire che c’era un problema. Ma noi eravamo in dieci e abbiamo potuto cominciare a preparare il recupero».
Sfortuna
Tutto il gruppo degli speleologi, di tutte le regioni, difende Ottavia e le esplorazioni sotterranee: «Questa grotta ha dei punti in cui cede all’improvviso, lo sappiamo e ci stiamo attenti, cerchiamo sempre di avere un appoggio, cerchiamo di limitare il rischio ma se, come in questo caso, ti frana tutto sotto non ci puoi fare niente». E poi «Ottavia è un’istruttrice esperta e molto prudente. Il fatto che le siano capitati due incidenti è solo una enorme sfortuna.
Non si è mai messa volontariamente a rischio e neppure è una sprovveduta, riteniamo davvero ingiusti tutti i commenti che stiamo leggendo». Durante tutte le fasi del soccorso «Ottavia è sempre stata molto lucida e consapevole di quello che le stava succedendo intorno».
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