Garlasco, la colazione in casa, le cugine, i vicini. A chi aprì Chiara?

Il caso Poggi torna indietro. Come in un film, la pellicola viene riavvolta ai giorni in cui nella villetta di Garlasco, dove la giovane è stata uccisa il 13 agosto 2007, e dove erano stati sequestrati i resti della colazione lasciati sul divano, confezioni di yogurt e cereali riposti in frigo e nella dispensa, il tappetino e i dispenser del sapone in bagno e i sacchetti della spazzatura.
Giorno in cui nella caserma del paese erano stati convocati uno ad uno il fidanzato della ragazza, gli amici loro e del fratello, le cugine, i vicini di casa e chi quella mattina si trovava in via Pascoli e nei dintorni.
Riparte da qui l'incidente probatorio disposto dalla gip su richiesta della Procura di Pavia che ha riaperto l'inchiesta sul delitto: indagato è Andrea Sempio, in concorso o con altre persone o con Alberto Stasi, l'allora fidanzato che sta finendo di espiare 16 anni di carcere.
Le analisi genetiche riportano agli onori delle cronache quelli che un tempo erano ragazzi, mai indagati, ma sfiorati da una storia più grande di loro. L'ipotesi, già balenata in passato, ma allora scartata,è che a uccidere Chiara possano essere state più persone. E per cercare risposte ritornano in scena, per il prelievo del Dna, amici della compagnia di Sempio e di Marco Poggi, allora appena maggiorenni, Mattia Capra, Roberto Freddi e Alessandro Biasibetti, oggi frate domenicano, che il giorno dell'assassinio era in montagna con i suoi genitori, quelli di Chiara e con lo stesso Marco Poggi. E ancora le gemelle Paola e Stefania Cappa, cugine di Chiara, da giorni di nuovo sotto i riflettori per via di una rilettura di una vecchia testimonianza, per altro ritrattata, e nuove rivelazioni e per messaggi rilanciati sul web che gettano su di loro vecchie ombre, sempre rimaste tali.
Rispunta anche Marco Panzarasa, allora il migliore amico di Stasi. Le analisi riguardano tra l'altro anche i contenitori del latte e dei biscotti trovati in soggiorno assieme alla tv accesa. Era la colazione di Chiara, interrotta da chi poco dopo le 9 ha suonato alla porta e a cui lei, ancora in pigiama, ha aperto senza sospettare di nulla. Le carte processuali raccontano di una persona di cui si fidava perché non si è difesa.
Martedì Sempio dai pm
Potrà avvalersi della facoltà di non rispondere oppure decidere di volta in volta su ogni quesito. O ancora rilasciare solo dichiarazioni spontanee. La convocazione è un passaggio fondamentale delle indagini, dopo la perquisizione subita mercoledì nella sua casa a Voghera.
Segno indiretto che gli investigatori considerano quasi completo il lavoro investigativo sul 37enne, a cui nel corso delle perquisizioni sarebbe stato sequestrato anche un «vecchio articolo» sul delitto di Garlasco scritto mentre frequentava un corso di comunicazione. Gli inquirenti sono alla ricerca del testo di quell'elaborato sia sui supporti informatici finiti sotto sequestro, sia alla sede della fondazione di Pavia dove nel 2013 Sempio partecipò a un corso post diploma. Potrebbe trattarsi soltanto di una suggestione, di «fumo negli occhi», come l'avvocato Massimo Lovati, che con la collega Angela Taccia assiste Sempio, ha definito le ricerche della possibile arma del delitto in un canale a Tromello. Ma dopo 18 anni, e una sentenza definitiva, quella che ha condannato a 16 anni l'ex fidanzato della vittima Alberto Stasi, gli inquirenti non intendono trascurare nulla.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.