Garlasco, inchiesta Venditti: «Da Brescia violazioni su uso degli investigatori»

La Procura di Brescia sta indagando per corruzione in atti giudiziari sull'ex procuratore pavese Mario Venditti, per il caso Garlasco, usando come polizia giudiziaria, tra l'altro, la GdF di Pavia e i carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, che conducono anche l'inchiesta di Pavia su Andrea Sempio.
E ciò dimostra sia che le due indagini sono «connesse» e che, dunque, quella nuova sull'omicidio deve essere trasferita a Brescia, sia che i pm bresciani stanno «violando» una disposizione del codice di procedura penale sulla «disponibilità della polizia giudiziaria», in sostanza non usando la propria.
È, in sintesi, il contenuto di una nuova memoria inviata dall'avvocato Domenico Aiello, legale di Venditti, alle Procure generali di Milano e Brescia e alla gip pavese Daniela Garlaschelli, in aggiunta ad una precedente che chiedeva, in sostanza, agli uffici giudiziari di disporre d'ufficio il trasferimento del fascicolo su Sempio a Brescia, perché connesso a quello sull'ex magistrato.
Chi sta indagando su Sempio, ossia la stessa polizia giudiziaria, secondo il ragionamento di Aiello, «sta indagando anche a Brescia» con un altro fascicolo, quello a carico di Venditti. In più, sempre a detta del difensore, c'è da tenere conto che la GdF di Pavia ha condotto l'inchiesta pavese «Clean1» ed è tra le forze dell'ordine che conducono pure la «Clean2», sempre a Brescia e a carico dell'ex magistrato Venditti e del pm Pietro Paolo Mazza, prima a Pavia e ora a Milano. Per Aiello, «è Pavia che mantiene la conduzione delle indagini con la propria polizia giudiziaria anche a Brescia», come una sorta di «Procura ombra».

La nuova memoria
La nuova memoria è stata trasmessa dall'avvocato Aiello anche alle due Procure generali di Milano e Brescia che hanno compiti di sorveglianza sulla conduzione delle indagini delle Procure dei loro distretti. Per Aiello, secondo l'articolo 58 del codice di procedura penale «ogni procura della Repubblica dispone della rispettiva sezione» di polizia giudiziaria e quella deve usare per le indagini. Questo utilizzo, invece, incrociato degli investigatori, sempre a detta del difensore, dimostra ancora di più che i due fascicoli, quello sul delitto di Chiara Poggi su Sempio e l'altro per corruzione in atti giudiziari a carico di Venditti, sono connessi e così l'inchiesta pavese, in base alle norme, dovrebbe passare a Brescia assieme alla posizione dell'ex magistrato. Compreso l'incidente probatorio in corso.
Per il difensore la dimostrazione di questa connessione tra le indagini sta anche nell'ultimo decreto di sequestro dei pm bresciani. Gli inquirenti, infatti, vogliono andare «a cercare 11 anni di dati nei dispositivi per trovare coloro che avrebbero voluto insabbiare il procedimento Garlasco» e partendo dal cosiddetto «sistema Pavia», che è al centro del filone bresciano «Clean2». Siccome «non hanno trovato i presunti corruttori di Venditti – conclude il difensore – vogliono undici anni di dati».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.
