Furti in casa: «In estate il controllo di vicinato con la Polizia locale»

Nel Bresciano sono già presenti 147 gruppi (ma autonomi), 17 in città. Entro il 2026 installate anche telecamere
Furto in casa (foto archivio) - © www.giornaledibrescia.it
Furto in casa (foto archivio) - © www.giornaledibrescia.it
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L’obiettivo è partire in estate. Si attende solo il via libera dal ministero per poter firmare il protocollo in Prefettura e far partire i corsi di formazione. Poi, i primi «controllori di vicinato» a Brescia saranno realtà.

A rivelarlo è l’assessore alla Sicurezza Valter Muchetti, che spiega come il Comune intende fare scudo all’escalation di furti nelle abitazioni che stanno paralizzando alcune zone della città. E se di controllo di vicinato si parla da tempo, ora sembra intravederne la sagoma.

«Insieme ai Consigli di quartiere verranno formati dei piccoli nuclei di persone che in zone ristrette della città potranno segnalare in modo puntale alcuni fenomeni previsti dal protocollo – continua Muchetti –. Non tutti, però. Non potranno ad esempio segnalare l’atto vandalico o l’azione incivile». Le segnalazioni arriveranno poi alla centrale operativa della Polizia locale, che le smisterà per procedere agli interventi. E sarà proprio il comando guidato da Marco Baffa il fulcro gestionale dell’iniziativa, tanto che si occuperà anche della formazione dei cosiddetti «capi zona». «Non sono le ronde di antica memoria, che a nulla sono servite – vuole precisare l’assessore –. Si tratta di uno strumento che in questi anni è stato affinato anche in altre città e da cui stiamo prendendo spunto».

L’attesa è quindi per la prossima stagione, non appena ci si ritroverà intorno al tavolo della prefetta Maria Rosaria Laganà con tutte le forze di polizia e dare il via al progetto di sicurezza partecipata. Brescia, comunque, non è nuova ad esperienze simili: da anni l’associazione «Brescia SiCura» che fa parte della rete dell’Ancdv (Associazione nazionale controllo di vicinato) ha aiutato a costituire in tutto il Bresciano 147 gruppi, 17 dei quali proprio nel capoluogo. Ad essi andranno quindi ad aggiungersi presto quelli sotto la regia della Polizia locale.

L’allarme

Intanto, mentre 300 residenti del quartiere Lamarmora e del villaggio Pertini lanciano l’allarme per «l’impressionante boom di incursioni in casa o di tentati furti nelle abitazioni da mesi», la Loggia vuole affiancare la politica attiva allo sviluppo tecnologico. Entro il 2026, infatti, tutti gli ingressi delle strade cittadine potrebbero essere monitorati da telecamere. «Il primo lotto è stato già concluso e stiamo attendendo lo sblocco, il secondo lotto da 800mila euro sarà finanziato quest’anno e si realizzerà nel 2025. Infine lavoreremo per il terzo lotto nel 2026. Dove è stato applicato questo progetto ha portato ad una riduzione di circa il 30% dei furti nelle case», conclude Muchetti.

E d’altronde i tentativi per prevenire i quartieri dai raid – che non solo provocano un danno patrimoniale ma si traducono nella violazione di uno spazio privato, di una dimensione intima – paiono rappresentare un’urgente necessità per sempre più bresciani. Lo dimostra il caso della petizione a prima firma Marcello Marzaroli, dopo la creazione di un rudimentale comitato tra vicini per segnalare anomalie nel quartiere, in un’ottica di mutuo soccorso. 

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