Nella ex Caffaro si parte a dicembre con la demolizione

I giganteschi dossier amministrativi sono quasi al completo, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha avviato in estate i monitoraggi e i campionamenti, la caratterizzazione dei rifiuti che la Csa di Rovigo ha lasciato in eredità alla cittadella industriale è ormai alle spalle. Insomma, per la ex area Caffaro - un borgo industriale che occupa 110mila metri quadrati tra le via Nullo, Milano e Morosini - si avvicina il momento per il quale la città si prepara da ormai ben 24 anni: quello di una bonifica pratica e non solo annunciata.
A che punto siamo? Per un aggiornamento al millimetro bisognerà attendere ancora qualche giorno (il tempo di riordinare date, numeri, agende), ma qualche dettaglio è possibile anticiparlo.
Il primo: per il maxi progetto esecutivo (che includerà anche il «piano sicurezza» pensato per chi vive attorno alla ex fabbrica) l’approvazione e la conseguente pubblicazione sono imminenti. Il commissario straordinario del Sito di interesse nazionale, Mauro Fasano, ha infatti completato l’istruttoria, come pure hanno fatto le ditte che si sobbarcheranno l’impresa di una delle bonifiche più complesse d’Italia: il Sin Brescia-Caffaro, infatti, ha caratteristiche uniche, a partire dal cocktail di inquinanti (Pcb, mercurio, cromo esavalente, arsenico, metalli pesanti, diossine) che si è stratificato e ha impregnato terra, acqua e falda.
Proprio questo mix di veleni ha reso necessario ricorrere all’uso di diverse tecniche d’intervento per estirpare ciascuna sostanza da ogni matrice contaminata. Tecniche che, prima di essere messe in campo in via sistematica, passano da un test: solo in questo modo, infatti, è possibile capire davvero quanto inquinante ogni tecnica riuscirà a catturare o ad annientare. Questo anche perché, stando ai rilievi già eseguiti, i livelli di contaminazione nel sito non sono omogenei.
Il secondo punto fermo: a dicembre il raggruppamento di imprese guidato da Greenthesis metterà in moto la prima azione dirompente: il decommissioning. Significa che silos e capannoni (non le iconiche torrette degli uffici in mattoncini rossi) verranno completamente rasi al suolo. Con il Non solo. Con il «La» ai cantieri entreranno in funzione anche le quattro centraline mobili per la rilevazione delle polveri, come pure sarà allestito il «villaggio operaio».
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