Violenza di genere, la bresciana Erica Patti ospite al Parlamento europeo

La Redazione Web
La madre di Andrea e Davide, i bambini uccisi dall’ex marito dodici anni fa a Ono San Pietro, ha parlato di negligenza istituzionale nei casi di reati di genere
A sinistra Erica Patti al Parlamento Europeo - Foto fb
A sinistra Erica Patti al Parlamento Europeo - Foto fb
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Erica Patti è stata ospite al Parlamento europeo, dove si è esposta sulla negligenza istituzionale nei casi di violenza di genere.

La donna è la madre di Andrea e Davide, bambini che all’età di 9 e 12 anni vennero storditi e poi uccisi nella loro casa di Ono San Pietro dalle fiamme appiccate dal padre Pasquale Iacovone il 16 luglio 2013. Una vendetta dell’uomo nei confronti dell’ex moglie Erica Patti.

Le parole di «Dieci»

L’organizzazione no-profit «Dieci», di cui Patti ne è la presidente, ha utilizzato le seguenti parole sotto un loro post di Facebook: «Storie internazionali tutte uguali caratterizzate da mancate indagini, mancata considerazione delle prove documentali e testimoniali o mediche degli abusi, persino da minacce, derisioni delle vittime che chiedono giustizia, occultamenti di prove, volontà di non capire e non vedere anche l’evidenza, quando trattasi di maltrattamenti maschili, specie se paterni. Manipolazioni dei fatti, accuse infondate alle madri e allontanamenti disumani di bambini e donne. Fino al loro annientamento economico, professionale, psicologico, talvolta fisico».

Ergastolo

L’organizzazione prosegue: «Oggi Erica Patti e la sua famiglia devono ancora fare i conti con uno Stato e una legge che non tutela appieno le vittime. Nonostante la condanna all’ergastolo, la legge italiana prevede infatti permessi premio e benefici penitenziari che, come la cronaca di questi giorni ci ha ferocemente ricordato, consentono al condannato di uscire, anche liberamente, e porre in pericolo, anche solo dal punto di vista psicologico, la vittima sopravvissuta. Nonostante i proclami televisivi in occasione dell’8 marzo, non è infatti ancora approvata la legge che consentirebbe alle vittime dei reati di genere quanto meno di essere notiziate di un’eventuale concessione di permessi premio».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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