Erica Patti: «A Ono un oratorio per Davide e Andrea: dev’essere una festa»

Una grande festa. È questo quello che vuole Erica Patti per l’intitolazione dell’oratorio di Ono San Pietro a Davide e Andrea, i figli che il suo ex marito, Pasquale Iacovone, uccise undici anni fa prima di dargli fuoco. Sabato 28 non ci sarà spazio per la rabbia, dovranno regnare i sorrisi. Per conservare il più limpido ricordo dei due giovani, strappati alla vita per vendetta nei confronti della madre. Una violenza spregevole su una donna e sui suoi bambini.
Signora Patti, che significato ha l’intitolazione dell’oratorio del vostro paese a Davide e Andrea?
Io e la mia famiglia abbiamo tenuto in modo particolare a questa intitolazione perché quello che è successo non dev’essere dimenticato. Davide e Andrea erano due ragazzi che facevano parte della comunità di Ono San Pietro e avevano molte amicizie, ma in paese non c’è mai stato un punto di ritrovo: sono sicura che gli sarebbe piaciuto tantissimo avere un luogo in cui poter passare dei momenti con i loro amici e questa è stata una spinta ulteriore per arrivare fino qui. Apporre il nome di Andrea e Davide vuol dire ricordarsi di quello che è successo.
Altri bambini sono stati uccisi e purtroppo ce ne saranno ancora. Tutto questo può essere anche un monito: quando si leggeranno i loro nomi magari ci si ricorderà di fare più attenzione, di fare prevenzione, e forse si riuscirà anche a prendere una strada diversa da quella che ho preso io.
Ha parlato di comunità e nessuno si aspettava che un fatto così grave potesse accadere in un piccolo paese della Valcamonica: leggere i nomi di Andrea e Davide sarà in qualche modo un avviso? Come a dire può succedere ovunque?
Certamente. Sarà un simbolo per tutte le persone che passeranno in paese. Abbiamo voluto mettere i nomi sul lato dell’oratorio che dà sulla piazza di Ono San Pietro: sarà oratorio parrocchiale Andrea e Davide. È davvero solo per ricordare che vicende del genere possono colpire tutti. Spesso pensiamo che siano cose lontane da noi perché le vediamo in televisione, ma in realtà sono molto più vicine di quanto pensiamo.
Come si svolgerà la giornata di sabato 28?
Innanzitutto voglio che sia una festa. Ci saranno musica, rinfresco e buffet. La gente potrà ballare e dovrà divertirsi perché sarebbe quello che avrebbero fatto Davide e Andrea se a Ono ci fosse stato un oratorio. Tutto ciò me lo aspetto anche in futuro, perché l’oratorio sarà dei bambini e dovrà essere vissuto con gioia e felicità. Per me sarà sicuramente una giornata di festa, certo, non mancheranno le emozioni perché momenti così riportano a galla tutto quello che è successo e tutto quello che ho provato, ma sono contenta perché ci stiamo lavorando da undici anni e finalmente anche in paese ci sarà un oratorio.

La giornata inizierà alle 15 con la messa, poi verrà fatto il taglio del nastro con le istituzioni e si entrerà nella struttura, e infine verrà tolto il telone che copre il nome dell’oratorio. Dopodiché ci saranno l’animazione per i bambini, i giochi e tutto ciò che di consueto si vede nelle feste. Si proseguirà con l’orchestra, si mangerà e ci si divertirà fino a sera. Ringrazio in modo particolare tutti quelli che hanno reso possibile la costruzione dell’oratorio: le istituzioni, i privati, le aziende. Chiunque ha donato anche solo un euro è protagonista di qualcosa di grande e ci ha permesso di arrivare a un risultato straordinario.
Lei ha creato l’associazione Dieci, che da anni cerca di sensibilizzare sulla tematica della violenza sulle donne. Come sta andando il progetto e che iniziative ci sono in campo?
La vita dell’associazione prosegue con regolarità. Adesso ci siamo presi qualche giorno di vacanza, anche perché i volontari lavorano tantissimo per tutto l’anno e hanno bisogno di un po’ di riposo. Per settembre abbiamo già tantissime iniziative in programma. Ci saranno spettacoli musicali, eventi e progetti diversi tra loro.
La scorsa primavera abbiamo svolto un lavoro con molti Comuni e istituti della Valcamonica. I ragazzi dovevano esprimere un loro pensiero tutti i giorni dall’8 marzo fino al 25 novembre. Non solo dunque nelle giornate dedicate a particolari iniziative. I biglietti su cui sono stati scritti questi pensieri verranno esposti sugli alberi dell’ospedale di Esine e delle Ats del territorio. Chi vuole può prendere il cartellino e portarselo a casa, oppure leggerlo semplicemente sul posto. È sempre un modo per ricordare. Poi continueremo con serate informative e per arrivare pronti ci rimetteremo al lavoro settimana prossima.
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