CronacaBassa

Don Milani a Montichiari, la nuova ala guarda al futuro e alla memoria

Alice Scalfi
Intitolata al 28 maggio 1974, è un concentrato di comfort e sostenibilità. Investiti 3 milioni di euro
La scuola di Montichiari
La scuola di Montichiari
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Video, immagini, poesie per raccontare «il loro» 28 maggio 1974, che da ieri è il nome della nuova ala del Don Milani. Così c’era anche Manlio Milani, che della strage di piazza Loggia fu testimone diretto e che oggi ne tramanda il ricordo con l’associazione Casa della Memoria, a tenere a battesimo l’ampliamento.

Un doppio traguardo, quello di ieri. Da un lato si è tagliato il nastro sul progetto fortemente voluto dall’Istituto, dalle Amministrazioni comunali che negli anni si sono succedute e dalla Provincia, che vi ha investito oltre 3 milioni. Dall’altro lato è giunto a compimento il percorso di educazione civica che ha coinvolto i ragazzi della scuola, incentrato sul 28 maggio e sulle sue conseguenze.

Memoria

Il taglio del nastro all'istituto Don Milani di Montichiari
Il taglio del nastro all'istituto Don Milani di Montichiari

L’inaugurazione, per loro, è stata palcoscenico da cui mostrare i loro lavori, raccontare delle riflessioni che li hanno prodotti: «Conoscere questi eventi - spiegano - ci ha permesso di comprendere che dobbiamo raccogliere il testimone per tenere in vita la memoria. Quella al 28 maggio è una dedica importante, perché nei luoghi si muovono le persone. E in questo luogo si aprirà la possibilità di incontro/scontro con la storia per tutti i ragazzi che entreranno». Aspetto per cui Manlio Milani ha ringraziato: «Tra le otto vittime della strage - dice - c’erano cinque insegnanti. Aver pensato a questa intitolazione, e dunque anche a quegli insegnanti e al valore della cultura, è un aspetto che va riconosciuto».

Non poteva non esserci, Milani: «Abbiamo voluto ricordare il legame forte del nostro Istituto con il territorio rispetto a eventi che hanno cambiato la storia - per la dirigente Claudia Covri -: per tramandare ai giovani il ruolo di Brescia come modello di coscienza civica diffusa, per trasmettere loro un senso di salvaguardia della democrazia».

Il ricordo di un passato che ha ancora tanto da dire nel presente a fianco del futuro che ieri è diventato tangibile: la nuova struttura per cui tanto si è lavorato. È stato «un percorso irto di ostacoli e problemi - continua Covri -, iniziato nel 2017. Ma oggi abbiamo una scuola all’avanguardia, con spazi flessibili che ben di adattano a una didattica che vede lo studente al centro».

Polifunzionale

Dell’ampliamento ha raccontato il consigliere delegato all’Edilizia scolastica della Provincia Filippo Ferrari: «Otto nuove aule da 60 metri quadrati ciascuna e una grande sala polifunzionale che potrà fungere, al bisogno, da sala conferenze, biblioteca, luogo di ricerca e dibattito». È stata intitolata, quest’ultima, alla memoria di Davide Rodella (il padre, il cavaliere Antonio Rodella che ne ha finanziato gli arredi, forse a causa del caldo ha accusato un piccolo malore, da cui si è presto ripreso). Quanto alle tecnologie, «una scuola "passiva" - continua Ferrari -: ridottissimi consumi energetici a fronte di un alto grado di comfort indoor». Presto, poi, arriveranno i pannelli solari (e pure l’ascensore, che ancora manca): «Una scuola innovativa - per dirla con il presidente della Provincia Emanuele Moraschini -, un ulteriore passo del nostro impegno per fornire ambienti educativi di qualità superiore agli studenti della nostra provincia». Dal sindaco Marco Togni, soddisfazione: «È il frutto per cui diverse Amministrazioni hanno collaborato. Per noi è un pregio e un onore ospitare questa scuola».

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