Diesel Euro 5, la Lega vuole posticipare il divieto al 1° ottobre 2026

Il cerchiolino rosso sul calendario segna il 1° ottobre 2025. Quel giorno scatterà il blocco alla circolazione delle auto diesel Euro 5 nei comuni con più di 30mila abitanti in Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna.
Il divieto è stato approvato con un decreto legge firmato nel 2023 dal governo Meloni. Con l’avvicinarsi della scadenza, però, le Regioni coinvolte e lo stesso governo si sono mossi per cercare di limare alcuni aspetti del provvedimento. «Da ministro dei trasporti non ritengo che la sostenibilità passi attraverso la condanna di chi usa l'automobile, la moto o il furgone per andare a lavorare», ha detto Matteo Salvini. Mentre l’assessore regionale all’Ambiente in Lombardia Giorgio Maione ha specificato che «non possiamo essere i soli in Europa con un blocco che coinvolgerebbe più di mezzo milione di veicoli: bisogna riaprire la discussione con Bruxelles e Roma per trovare più risorse e soluzioni condivise».
Una mozione presentata dalla Lega e approvata dal Consiglio regionale ha poi spinto le Regioni coinvolte a collaborare. La Lega ha presentato un emendamento al decreto infrastrutture e i presidenti di Piemonte, Lombardia e Veneto l’hanno appoggiato. «È apprezzabile che dal Governo giunga una proposta che, procedendo nella direzione che come presidenti di Regione condividiamo e sosteniamo da tempo, intende farsi carico di una situazione che impatterebbe sulla vita di milioni di cittadini», hanno detto Alberto Cirio, Attilio Fontana e Luca Zaia.

La Lega vorrebbe diminuire il numero di comuni che stando andando incontro ai divieti del decreto. Le limitazioni, infatti, verrebbero applicate ai centri con più di 30mila abitanti: il Carroccio vorrebbe alzare questo numero a 100mila abitanti. Nella nostra provincia cambierebbe poco, perché a parte Brescia non c’è nessun Comune con una popolazione superiore a 30mila abitanti (il più vicino è Desenzano con 29.275 residenti) e dunque in entrambi i casi il blocco ai diesel Euro 5 interesserebbe solo la città.
Discorso diverso per le altre due modifiche chieste dalla Lega. Innanzitutto il rinvio al 1° ottobre 2026 dell’entrata in vigore del decreto: dunque un anno in più per rinnovare il parco auto. Successivamente le Regioni potrebbero avere la possibilità di posticipare lo stop: in questo caso dovranno però essere prese delle misure compensative per ridurre le emissioni inquinanti e tutelare l’ambiente.
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