Detenuto tenta di impiccarsi a Canton Mombello, salvato

La Redazione Web
Gli agenti della Polizia penitenziaria lo hanno soccorso all’interno della sua cella: il giovane era a pochi mesi dalla scarcerazione
L'interno di Canton Mombello - Foto © www.giornaledibrescia.it
L'interno di Canton Mombello - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Nel pomeriggio di ieri, un giovane detenuto ha tentato di togliersi la vita nel carcere di Canton Mombello a Brescia impiccandosi con una corda improvvisata ricavata dai pantaloni di una tuta. Il gesto, avvenuto all’interno della sua cella, è stato sventato grazie all’intervento degli agenti della Polizia penitenziaria.

Il giovane, a pochi mesi dalla scarcerazione, è stato prima soccorso nell’ambulatorio del carcere e poi trasferito al Pronto Soccorso degli Spedali Civili di Brescia. Le sue condizioni non destano preoccupazione, ma rimane sotto stretta sorveglianza a causa di precedenti episodi di autolesionismo.

Il sindacato

Calogero Lo Presti, segretario regionale aggiunto dell’Uspp (Unione sindacati di Polizia penitenziaria), ha sottolineato come l’episodio accenda ancora una volta i riflettori sulle criticità strutturali e gestionali del carcere bresciano. L’edificio, risalente alla fine dell’Ottocento, versa in condizioni ormai inadeguate rispetto ai bisogni dell’attuale popolazione carceraria. A queste si sommano, secondo il sindacalista, problemi legati al sovraffollamento, alla carenza di personale e alla presenza di soggetti difficili da gestire, come nel caso del detenuto protagonista del gesto.

«Ancora una volta – evidenzia Lo Presti – è solo grazie alla professionalità  degli agenti, che operano in condizioni di cronico sotto-organico, se non contiamo oggi un altro suicidio dietro le sbarre».

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente nazionale dell’Uspp, Giuseppe Moretti, che pur stigmatizzando l’accaduto, invita a guardare oltre le sole problematiche strutturali. «Le analisi più qualificate – afferma – non associano necessariamente questi gesti estremi al sovraffollamento, quanto piuttosto alla carenza di adeguato supporto psicologico e alla presenza di soggetti affetti da fragilità mentale, ristretti in strutture inadatte come le carceri».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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