Cronaca

In quasi 80 anni Brescia e provincia hanno guadagnato 400mila residenti

Elio Montanari
Partendo dal censimento del 1951 fino al 2025, ecco la curva demografica del territorio bresciano, tra zone che si sono popolate e altre che hanno registrato una diminuzione degli abitanti
Tra il 1951 e il 2025 la popolazione bresciana è cresciuta di quasi il 50% © www.giornaledibrescia.it
Tra il 1951 e il 2025 la popolazione bresciana è cresciuta di quasi il 50% © www.giornaledibrescia.it
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Aumenti record, cali vertiginosi. Movimenti interni e «forestieri» brescianizzati. La dinamica delle popolazione bresciana tra il primo Censimento generale della popolazione del dopoguerra, datato 1951, e il 2025 condensa decenni di vicende demografiche, economiche e sociali.

Il racconto di queste trasformazioni è una mappa che evidenzia come una parte centrale del territorio provinciale sia cresciuta in misura significativa, lungo l’asse dell’Autostrada A4, mentre ambiti limitrofi presentano dinamiche demografiche più contenute e le aree estreme della provincia – montagna e parte inferiore della pianura bresciana –, segnano un declino. Un declino demografico, in primo luogo, che riflette e, insieme, determina una contrazione delle attività economiche, dei servizi e delle comunità locali.

In evoluzione

La dinamica della popolazione si può introdurre con un semplice considerazione: tra il 1951 e il 2025 la popolazione provinciale aumenta di quasi 408mila residenti, pari al +47,5%.

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Ma, se guardiamo ai dati comunali, in 65 centri la popolazione diminuisce in valore assoluto a fronte di 33 Comuni che vedono gli abitanti più che raddoppiare; nel mezzo si trovano 48 Municipi nei quali la popolazione residente cresce più della media provinciale (+47,5%), pur restando sotto la soglia del +100%, e 59 centri nei quali l’incremento degli abitanti è percentualmente inferiore alla media provinciale. Un ventaglio di condizioni che esprime la estrema eterogeneità dello sviluppo demografico nei comuni bresciani.

Nel complesso, tra il 1951 e il 2025 la popolazione aumenta, tanto o poco, in 140 dei 205 Comuni bresciani, dal + 326,7% di Sirmione al + 0,6% di Quinzano d’Oglio, che guadagnano oltre 444mila residenti, mentre nei 65 centri nei quali si riducono i residenti, dal -0,2% di Edolo al - 83,1% di Valvestino, si perdono, complessivamente, oltre 35mila abitanti.

Dinamiche

La popolazione aumenta molto in tutta l’ampia fascia centrale della Provincia, da Paratico-Rudiano a Desenzano e ai Comuni delle Valtenesi, meno nella pianura e nelle aree pedemontane e delle basse valli bresciane.

Gli abitanti diminuiscono quasi in tutta le aree montane interne e nella parte estrema della bassa bresciana, con una netta linea di demarcazione separa le aree di spopolamento, tutte oltre la linea che da Zone e arriva a Gargnano e, nella parte inferiore della provincia, tra Villachiara e Remedello.

Comuni che crescono

In una trentina di paesi gli abitanti raddoppiano, con la popolazione triplicata Sirmione, Bovezzo e Castel Mella. Tra i centri maggiori l’incremento delle popolazione è più incisivo, in valore assoluto, a Brescia (+57.890, pari al +41%), che precede Desenzano (+17.188, +142%), Montichiari (+12.915, +96%), Lumezzane (+9.883, +84%), Palazzolo (+5.467, 37%) e Rovato (+8.045, +69,5%).

Sempre tra i centri maggiori gli incrementi percentuali più significativi, oltre il +100%, si incontrano a Castel Mella (+8.077, -280 %), Rodengo Saiano (+8.468, +119%), Roncadelle (+5980, +180%), Ospitaletto (+9.562, +179%), Mazzano (+8.021, +171%), Flero (+5.404, +162%).E poi ancora: Concesio (+8.640, +122%), Borgosatollo (+4.862, +115%), Coccaglio (+4.734,+115%), Bedizzole (+6.455, +113%), Gussago (+8.526, +104%). Tutti collocati nella fascia centrale del territorio bresciano.

Chi ha perso abitanti

Una veduta panoramica di Valvestino © www.giornaledibrescia.it
Una veduta panoramica di Valvestino © www.giornaledibrescia.it

Per altro verso ci sono una sessantina di Comuni, tutti montani e nella parte più estrema della bassa bresciana, quasi sempre di piccole dimensioni, con perdite della popolazione, tra il 1951 e il 2025, in doppia cifra Tra questi, con riduzioni oltre il 50% della popolazione: Valvestino (-83%), Paisco Loveno (-82%), Magasa (-79%), Saviore dell’Adamello (-69%), Lozio (-68%) e, sempre con riduzioni della popolazione superiori al -50%: Capovalle, Vione, Pertica Bassa, Incudine, Cevo, Lavenone, Paspardo e Irma (-51,5%).

Tra i 65 paesi che, tra il 1951 e il 2025, vedono ridursi la loro popolazione, figurano anche alcuni centri con oltre 3mila abitanti (dato attuale) come Pontevico (-1943 abitanti, -22%), Bagolino (-1.531, -29%), Gambara (-1.031, -18%), Verolavecchia (-16%), Borgo San Giacomo (-11%), Offlaga (-11%), Remedello (-11%), Gottolengo (-3,6%) e Edolo (0,2%). E qui non è più solo montagna, ma anche una porzione della pianura bresciana.

Per macro-aree

Del resto se consideriamo aggregazioni di Comuni più ampie ed omogenee, come ad esempio i distretti sanitari, osserviamo come la media dell’aumento della popolazione, tra il 1951 e il 2025, superi il 100% nei distretti Brescia Ovest (+128,1%) e Brescia Est (+105,1%) mentre rimane elevato nel Distretto Garda (+75%) come nel Distretto Valle Trompia (+66%), nonostante alcuni centri montani i riduzione, nel Distretto Bassa Bresciana Orientale (+63,6%) e, sull’altro versante della Provincia, nei distretti Oglio Ovest (+61,3%) e Sebino-Montorfano (+58,7%).

Decisamente minore l’incremento della popolazione, che risulta inferiore alla media provinciale (47,5%) nei distretti Brescia (+41,5%), Valle Sabbia (31,2%), Bassa Bresciana Centrale (+10,7%), Vallecamonica (+8,7%) e Bassa Bresciana occidentale (+1,4%).

Quanto accade nel periodo che dal 1951 arriva ai nostri giorni sovrappone cicli diversi di sviluppo degli ambiti territoriali della provincia. Tuttavia, considerando gli estremi temporali, emerge nettamente la crescita demografica nella fascia centrale del Bresciano, mentre i centri nei quali diminuisce la popolazione si concentrano nella montagna interna e nella parte estrema della pianura bresciana.

Lo spopolamento di queste aree, ed in particolare della montagna interna, è un tema che, alla luce delle previsioni demografiche dell’Istat, mette a rischio ampie zone della provincia di Brescia dove con la popolazione se ne vanno le attività economiche e i servizi. Il profilo è sempre più quello di una Provincia a due velocità. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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