Da Francia e Svizzera a Montisola e Ossimo, emigranti e discendenti tornano nei borghi

Antonio Borrelli
Nell’anno delle radici italiane nel mondo via al progetto ministeriale per riconnettersi al passato
Una veduta di Ossimo
Una veduta di Ossimo
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Dalla Svizzera a Montisola, dalla Francia ad Ossimo. Decine di emigranti partiti dai piccoli borghi bresciani per trovare fortuna tra il XX e il XXI secolo presto torneranno a mettere piede nei luoghi d’origine. Lo faranno partecipando a feste, a sagre, ad attività dedicate loro grazie al progetto «Italea», promosso dal Ministero degli Affari Esteri per consentire agli italiani all’estero e agli italo-discendenti desiderosi di riconnettersi con le proprie origini.

Fermento

Il 2024 è infatti l’anno delle radici italiane, un’occasione importante per la rivalutazione dei piccoli borghi, ossatura del nostro Paese ma in progressiva desertificazione da anni. E sia nel cuore del Sebino che in Valcamonica cresce il fermento per i prossimi mesi. Nel comune che copre l’isola lacustre più grande d’Europa la comunità cattolica di Montisola in Svizzera è stata invitata a partecipare al Centenario di Incoronazione della Madonna della Ceriola la prossima estate e alla festa dei fiori di Santa Croce. «Arriveranno non solo gli emigrati svizzeri ma anche i loro figli», spiega l’assessore Guglielmo Novali, delegato a turismo, marketing territoriale e cultura. Tra gli itinerari di Italea in Lombardia è già presente il museo della Rete di Montisola, che omaggia uno straordinario valore socio-economico e antropologico nella culla della cultura della produzione della rete. «Ma abbiamo anche l’obiettivo di realizzare una ricerca storica sui montisolani emigrati all’estero», conclude l’assessore.

Patrimonio

Anche ad alta quota fervono i preparativi: il prossimo autunno ad Ossimo sono attesi emigranti da Francia, Svizzera e Germania. «Arriveranno a spot e mostreremo loro le eccellenze del territorio», racconta il sindaco Cristian Farisé. D’altronde su 1.500 residenti Ossimo vanta ben 200 cittadini iscritti all’Aire. Un patrimonio all’estero. «Ripercorrere le origini del territorio avrà certamente un seguito e raggiungerà il clou con la Sagra del pursél tra Natale e Capodanno, periodo nel quale già in tanti tornano nel proprio paese d’origine».

Certo, i fondi a disposizione dei singoli comuni per sviluppare il turismo delle radici sono effettivamente risibili (il progetto Italea ha ampliato la platea dei beneficiari, concedendo ad ogni ente solo 5mila euro) ma l’inserimento in una rete nazionale che potrà consentire di raccogliere esperienze, storie, di fare turismo e di rianimare borghi millenari funge certamente da stimolo per gli amministratori e da collante per gli stessi residenti.

Una curiosità: Bagolino, che ambisce a diventare uno dei borghi più belli d’Italia e vanta tradizioni e rituali uniche in tutta Europa, è rimasto fuori dalla lista dei comuni beneficiari. Un peccato, Brescia avrebbe potuto vantare tre borghi capaci di attrarre centinaia di emigranti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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