Da Brescia a Nave: la Loggia «studia» il piano di rilancio del monte Maddalena

Sport, corsi per i piccoli, visite alle grotte, attività: da metà maggio il tavolo per «un nuovo palinsesto
Maddalena, arriva il piano di rilancio
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Premessa: a occhio e croce ci vorrà un annetto di tempo, l’orizzonte pratico traguarda dunque alla prossima stagione. Ma adesso, dopo decenni passati a sorvegliare la città dall’alto e ad ascoltare annunci (caduti nel vuoto) sul suo destino, è finalmente arrivato il suo turno: il monte Maddalena avrà un piano di rilancio (e, a cascata, anche un eventuale budget).

Per farlo, la Loggia convocherà per la metà di maggio il primo tavolo di lavoro operativo, che sarà coordinato dall’assessora all’Ambiente e alla Transizione ecologica Camilla Bianchi, affiancata dai colleghi Andrea Poli (Attività produttive e turismo) e Alessandro Cantoni (Sport). Ma la platea non sarà solo istituzionale: a farne parte saranno infatti anche le associazioni (sportive, escursionistiche, inclusa quella fondiaria) che hanno già un patto di collaborazione in essere con la possibilità di aggiungerne di nuove.

Perché l’obiettivo finale è creare un palinsesto made in Maddalena che sia «il più vario possibile e che, al contempo, valorizzi e preservi il monte».

Road map

Quali le prime idee in campo? Di sicuro in prima battuta si farà ordine. Cioè? Tre le mosse iniziali. Uno: si studieranno le vocazioni idonee in base agli spazi e al contesto ambientale per salvaguardare l’ecosistema. Due: si scriveranno delle regole per la fruizione degli spazi (a partire dalla pulizia fino ad arrivare alla manutenzione). Tre: si strutturerà «l’agenda» delle manifestazioni, che saranno integrate (disponibilità delle associazioni permettendo) a una serie di altre attività.

Qualche esempio è già possibile farlo: la Maddalena potrebbe diventare meta di alcuni corsi sportivi per grandi e piccoli, con istruttori e società sportive in grado di tenere lezioni di arrampicata, alpinismo, bike, nordic walking e via discorrendo. Per non parlare dell’escursionismo (incentivato da un lavoro ulteriore sulla segnaletica), dell’opportunità di rendere periodiche (e incanalate nel tabellone annuale) le visite guidate alle grotte e di una serie di iniziative ricreative dedicate a bambini e ragazzi.

«Vogliamo creare il maggior numero di sinergie possibili: per questo ci interessa anche ragionare con le attività e gli operatori già presenti in Maddalena - spiega l’assessora Bianchi -. Tutto dovrà essere però sempre legato a un principio chiave: le priorità restano la tutela e la gestione dei boschi, perché va sempre ricordato che buona parte delle aree è di proprietà privata, inclusi alcuni sentieri».

L’associazione

Proprio sul fronte della tutela più di qualcosa si è già messo in moto. Dopo un lungo percorso - sulla scorta del progetto Un filo naturale - si è infatti costituita l’associazione Fondiaria Monte Maddalena, un modello di governance pubblico-privato per contrastare l’abbandono dei boschi, ecosistemi fondamentali per «proteggere» la città e per la mitigazione. La gestione di partenza dell’associazione riguarda 253 ettari (139 pubblici e 114 privati).

«Quest’anno dobbiamo concludere le operazioni di risanamento ambientale legata alla tempesta Vaia del 2018, perché purtroppo ci sono ancora diversi alberi da rimuovere in più punti, come lungo il sentiero dei Partigiani - precisa Bianchi -. Partirà dunque a breve l’azione di ripristino, che è possibile grazie a una serie di finanziamenti, primo fra tutti quello di Fondazione Cariplo». Si tratta di 140mila euro, fondi sempre legati al progetto Un filo naturale. Ma non è tutto. La Loggia sta lavorando in parallelo con il Comune di Nave «per capire come valorizzare ulteriori percorsi e rendere ancora più fruibile un monte che non tutte le città hanno la fortuna di avere a soli quindici minuti dal centro».

Alla fine di questo anno di lavoro, e con uno studio di fattibilità alla mano, si stabilirà poi il budget che questo piano Maddalena richiede. Lo ribadisce Poli: «Per capire la sostenibilità economica, c’è la necessità di individuare in modo chiaro le vocazioni in base ai differenti contesti e di capire le mutualità e l’apporto degli attori in campo».

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