Corruzione e appalti: ex funzionario in Loggia condannato in appello a risarcire 400mila euro

La Corte dei conti ha punito il dipendente pubblico che fu arrestato nel 2012 e che poi patteggiò
L'inchiesta riguardava irregolarità nei sistemi di gestione del traffico - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
L'inchiesta riguardava irregolarità nei sistemi di gestione del traffico - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Il conto è stato leggermente ridimensionato - 4mila euro in meno - rispetto al primo grado. Ma resta pesantissimo. «È indubbio che il comportamento dell’ing. Giandomenico Gangi abbia gravemente leso il prestigio, la credibilità e il corretto funzionamento del Comune di Brescia, per avere asservito la funzione pubblica a interessi personali, come accertato in sede penale e attestato dal tenore degli articoli di stampa pubblicati, che hanno ingenerato nell’opinione comune il convincimento che i comportamenti patologici al medesimo ascritti siano usuali nell’operare degli apparati pubblici» scrive la terza sezione d’appello della Corte dei conti che ha condannato l’ex dirigente in Comune a Brescia Giandomenico Gangi a risarcire Palazzo Loggia con un assegno da 400.836,75 euro.

Mazzette

Nel 2012 Gangi era responsabile del Servizio Mobilità e Trasporto Pubblico Locale e venne arrestato nell’ambito di un’inchiesta su appalti pilotati dietro il pagamento di tangenti. Nel mirino della Procura era finita «l’aggiudicazione, nell’anno 2012, degli appalti per la realizzazione della “Piattaforma Integrata Traffico”. Si trattava di un progetto relativo all’adozione di interventi di riduzione degli impatti ambientali derivanti dalla mobilità urbana e interurbana» viene ricordato agli atti. A livello penale l’allora dirigente pubblico patteggiò una condanna a due anni e undici mesi e venti giorni di reclusione. A distanza di dodici anni si è chiusa definitivamente anche la partita davanti alla Corte dei conti.

Il conto

Nel conto complessivo di 400.836,75 euro, i giudici hanno calcolato 54.881,24 euro come danno relativo alla tangente incassata, 27.215,95 da danno da disservizio «che si fa derivare anche da fatti e condotte penalmente rilevanti, come quelle di alterazione delle procedure di aggiudicazione contestate all’ing. Gangi», 19.139,28 euro come danno da interruzione del nesso sinallagmatico, «ricorrente nelle ipotesi in cui le energie lavorative del dipendente sono distratte dai suoi compiti istituzionali e dirette verso attività illecite».

Infine la parte più sostanziosa: Gangi dovrà infatti versare 299.600,28 euro per il danno d’immagine che il funzionario ha provocato all’ente pubblico. «La diffusione della notizia nei mass media - scrive la Corte dei conti - comporta solamente un effetto amplificativo della lesione al prestigio e alla credibilità dell’ente pubblico. La circostanza poi che si tratti di stampa locale non ne diminuisce l’attitudine lesiva, trattandosi di un effetto amplificativo che riguarda l’ambiente di lavoro, la collettività locale, quella provinciale e anche quella di una regione come la Lombardia».

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