«Breccia», la comunità per minori con disagio psichico e dipendenze
Là dove un tempo si formavano restauratori, oggi si apre uno spazio per «restaurare» l’animo umano. È il senso profondo de «La Breccia», la nuova comunità sociosanitaria ad alta integrazione inaugurata ieri sul colle della Trinità, a San Gallo di Botticino.
Per giovani adulti
Destinata a minori e giovani adulti tra i 14 e i 21 anni, accoglierà ragazzi con disagio psichico, disturbi da uso di sostanze o provenienti dal circuito della giustizia minorile. Il progetto – realizzato da Fondazione Eris in partenariato con la cooperativa Nuovo Cortile – è frutto di una visione condivisa tra istituzioni e terzo settore. In soli novanta giorni sono stati ristrutturati gli spazi un tempo occupati dalla Scuola di restauro Enaip, oggi trasferita a Milano, per dar vita a un ambiente che garantisca tutela, valutazione, cura e inclusione sociale.
Restauro dell’animo
A salutare la nascita della nuova struttura anche il vescovo di Brescia, mons. Pierantonio Tremolada, che, attraverso le parole del vicario per la Pastorale mons. Daniele Faita, ha sottolineato il valore simbolico dell’intervento. «Là dove per anni si sono formati restauratori – ha affermato – oggi si apre una breccia nuova: un restauro più profondo, che riguarda l’animo umano, la dignità, il cammino educativo». Un messaggio che ha accompagnato l’intera cerimonia, sottolineando la necessità di offrire ai giovani fragili nuovi strumenti e nuove occasioni.

Dei 36 posti previsti in Regione, 12 saranno attivati nella sede di Botticino. «Qui si compie qualcosa che seguivamo da anni – ha evidenziato Cristina Maggia, presidente del Tribunale per i Minorenni di Brescia, intervenuta nel suo ultimo giorno di lavoro – rispondendo a bisogni urgenti, in un tempo in cui gli adolescenti sono sempre più soli, e il confine tra problema educativo e sanitario si fa sempre più sfumato. Mentre gli adulti forti, a cui fare riferimento, sembrano scomparsi».
Struttura modello
«La Breccia» è la prima struttura in Lombardia ad accogliere un’utenza così diversificata. Il modello integra componenti sanitarie e sociali e vede anche il contributo economico diretto delle istituzioni coinvolte. «È un impegno concreto - hanno dichiarato Pietro Farneti per Fondazione Eris e Simona Carobene, direttrice generale di Nuovo Cortile - per dare risposte dove oggi mancano».
Presenti anche Paolo Gabriele Bono del Centro per la giustizia minorile per la Lombardia, Ivan Limosani per la direzione generale Sanità della Regione, Franco Milani per Ats Brescia, il sindaco Paolo Apostoli e Martino Troncatti, presidente Enaip e Acli. «Una struttura unica nel suo genere – hanno sottolineato tutti – che invita a fare rete e che coinvolge la comunità in una sfida educativa e sociale che ci interpella».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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