Codice della strada, gli assessori scrivono al governo e al Parlamento: «Il testo va rivisto»

La Redazione Web
Nel comunicato i Comuni di Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza e Padova chiedono di fare dietrofront sulla riforma
Bambini sulle strisce pedonali
Bambini sulle strisce pedonali
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Gli assessori all’Ambiente e alla Mobilità di cinque Comuni si uniscono in unico appello al Parlamento e al governo per fermare la riforma del nuovo e contestato Codice della strada, che al momento deve ricevere il via libera della Camera per poi passare al Senato. «Esprimiamo forte preoccupazione per questa riforma del Codice della strada che riduce il ruolo dei Comuni nel realizzare nuove strutture per la mobilità dolce, guarda in maniera semplicistica al tema della sicurezza stradale e compie numerosi passi indietro rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale da raggiungere anche attraverso la mobilità ciclabile e la moderazione del traffico» si legge nel comunicato firmato dagli assessori di Brescia, Bergamo, Verona, Vicenza e Padova.

I cinque Comuni chiedono il «dietrofront sul disegno di legge», che, spiegano, limita fortemente l’operato delle Amministrazioni comunali soprattutto per quanto riguarda la progettazione di strutture per la mobilità dolce come le piste ciclabili e la sicurezza stradale. A questo proposito, gli assessori – tra i quali per Brescia Federico Manzoni, vicesindaco e assessore alla Mobilità, e Camilla Bianchi, assessora all’Ambiente – rivendicano quanto fatto finora dai Comuni per trovare soluzioni adatte alla convivenza tra pedoni, bici e auto nelle città.

«Il disegno di legge in esame, purtroppo, va esattamente nel senso opposto – scrivono –, indebolendo la convivenza tra i diversi utenti della strada e non intervenendo sulla prevenzione delle principali cause di incidenti, su tutte la velocità eccessiva delle auto. Ma, soprattutto, limita pesantemente l’autonomia di azione delle Amministrazioni comunali, prevedendo l’intervento del Ministero per ogni decisione che riguarda la progettazione e realizzazione di piste ciclabili, di zone a traffico limitato e di aree a basse emissioni, aree pedonali e aree di sosta nelle città, comportando di fatto lo stop all’introduzione, da parte degli enti locali, di strumenti utili a potenziare la sicurezza stradale».

Per questo chiedono di rivedere il testo con urgenza prima che l’approvazione del disegno di legge diventi definitiva.

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